PALAZZO LASCARIS

Chiamparino fa marameo: "Per ora resto"

Ennesima giravolta dell'ex governatore. Altro che dimissioni, farà il consigliere e aderirà al gruppo Pd nel parlamentino piemontese. Oggi prima riunione per discutere di cariche e personale. Furia lancia le consultazioni one to one. Reschigna e Appiano super consulenti?

“Abbiamo un re pieno di spirito / della cui parola nessuno si fida / mai ha detto una cosa sbagliata / né mai ha fatto una cosa giusta”.

Altro che dimissioni, per il momento Sergio Chiamparino non solo resta in Consiglio regionale, ma ha annunciato questa mattina ai colleghi che s’iscriverà al gruppo del Partito democratico, incrementandone il numero da nove a dieci elementi. Insomma ha rinunciato più o meno come quando rinunciò alla ricandidatura a governatore. E il beau geste di mollare tutto, assumendo su di sé la sconfitta, ammettendo di “non avere più nulla di dire”? Parole al vento. Impegno rimangiato perché, ovviamente, “me l’hanno chiesto”. Epilogo davvero inglorioso di una carriera politica costellata da tanta fortuna e molte soddisfazioni.

Più Europa, che avrebbe dovuto ottenere il seggio del candidato governatore, con Elena Loewenthal, resterà dunque fuori dall’aula. “Nei prossimi mesi valuteremo le modalità delle mie dimissioni” ha detto l’ex governatore lasciando intendere di non aver nessuna fretta di abbandonare l’emiciclo in tempi brevi. Un’inversione netta rispetto a quanto preannunciato all’indomani della sua sconfitta contro Alberto Cirio, vissuta con insofferenza dagli stessi consiglieri e dirigenti democratici, che tuttavia non hanno potuto far altro che mostrar buon viso a cattivo gioco. “I consiglieri regionali del gruppo Pd desiderano ringraziare Chiamparino per avere dato la disponibilità a restare in Consiglio regionale aderendo al gruppo Pd per una fase di accompagnamento della quale verrà definita in seguito la durata” scrivono in un comunicato stringato. Ma accompagnamento di cosa? Di una successione che lui non è stato in grado, in cinque anni, di costruire? Di un ricambio generazionale che lui stesso ha ammazzato in culla? “I tempi di questo accompagnamento saranno definiti in itinere, in coerenza con quanto già detto quando ho annunciato che la mia uscita sarebbe stata concordata nei modi e nei tempi con la coalizione”, ha precisato l’ex presidente: un vero funambolo della parola.

C’era anche il segretario regionale Paolo Furia all’incontro di questa mattina a Palazzo Lascaris: sul tavolo i nodi del capogruppo e del vicepresidente del Consiglio, oltre a una serie di altri incarichi minori come la Giunta per le elezioni e le vicepresidenze di commissione. Raffaele Gallo ha chiesto che si faccia una sintesi in grado di tenere tutto insieme, Furia ha comunicato di voler avviare consultazioni one to one con tutti i consiglieri. La sensazione è che Chiamparino abbia intenzione di orientare le scelte sfruttando un asse con il numero uno di via Masserano e la deferenza che alcuni neo eletti hanno già mostrato nei suoi confronti. Per il momento l’unica a tirarsi fuori dalla disputa è stata Monica Canalis, oltre allo stesso ex governatore.

C’è poi da affrontare il nodo del personale. La riduzione del numero di consiglieri, infatti, farà inevitabilmente decadere dall’incarico molti collaboratori e l’indicazione generale è quella di provare a salvare il salvabile con le poche risorse a disposizione. In questa discussione sono emersi altri due nomi su iniziativa di Daniele Valle: si tratta di Aldo Reschigna e Andrea Appiano, due ex consiglieri (il primo vicepresidente della Giunta) che si sono candidati senza riuscire a essere eletti, “due profili – ha detto Valle – di cui dovremmo tenere conto viste le loro capacità ed esperienza”. E dello staffiere del Chiampa, Carlo Bongiovanni? Mica potremo farne a meno, no?

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