Cassa integrazione, cala in Piemonte ma Torino record in Italia

In Piemonte, nei primi otto mesi dell'anno, sono state richieste 17.692.108 ore di cassa integrazione, in calo del 9,1% rispetto all'analogo periodo del 2018 (-7,2% ordinaria, -10,8% straordinaria, -69,5% deroga). Lo rileva il servizio politiche attive Uil secondo cui a livello nazionale sono state autorizzate 169.424.626 ore, con un incremento del 13,6%. Nei primi otto mesi dell'anno, la media mensile dei lavoratori piemontesi tutelati è stata di 13.009, in diminuzione di 1.306 unità rispetto al periodo gennaio-agosto 2018. Il Piemonte è la seconda regione per ore richieste, dopo la Lombardia. A livello provinciale, il rapporto segnala Biella +125,5%, Torino +14,2%, Novara +14,1%, Alessandria -12,8%, Vercelli -17,4%, Asti -61,2%, Cuneo -65,5%, Verbania -75%. Torino, con 11.873.175 ore, si conferma la provincia più cassaintegrata d'Italia, davanti a Roma e Napoli. Per quanto riguarda i settori produttivi, la variazione percentuale delle ore di cassa integrazione nel confronto tra i primi otto mesi dell'anno in corso rispetto allo stesso periodo del precedente, rileva Industria -3,5%, Edilizia  -47,4, Artigianato -53%, Commercio -39,6%. "Perdura la situazione di stagnazione dell'economia piemontese, anche in conseguenza della guerra dei dazi Usa-Cina, della debolezza della locomotiva tedesca e dei problemi causati dalla Brexit - osserva il segretario generale Uil Piemonte, Gianni Cortese - e lo stallo nei consumi nazionali non aiuta la vendita di beni e servizi delle nostre aziende nel mercato interno. Per questo sarebbe quanto mai necessario agire sul cuneo fiscale a favore dei lavoratori e sulla tassazione delle pensioni, alleggerendola, per aumentare un potere d'acquisto che è calato costantemente negli ultimi decenni". 

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