AMBIENTE & TERRITORIO

Fondi europei contro il dissesto idrogeologico

Alluvioni, frane, inondazioni: fenomeni che sono ormai una costante anche in larga parte del Piemonte. L'appello del deputato Fornaro (LeU): "Recovery Fund per la messa in sicurezza del Paese"

“Non si può pensare allo sviluppo e al futuro del nostro paese se prima non si mette in sicurezza il territorio e la prevenzione dell'ambiente non entra tra le priorità dell'agenda politica e amministrativa". In quell’agenda, il capogruppo di LeU alla Camera Federico Fornaro sottolinea una parola accanto alla necessità di un piano di interventi sul territorio che, in verità, ad ogni calamità è stato invocato senza che mai avesse un seguito concreto.

E la parola è Recovery Plan, strumento fondamentale per accedere alle ingenti risorse del Recovery Fund europeo che ammontano a 209 miliardi. Fino ad oggi nella cabina di regia installata a Palazzo Chigi sono arrivati oltre 500 progetti dai ministeri coinvolti, ma per il parlamentare piemontese un posto preminente, vista l’impellente necessità di “un approccio nuovo e concreto al tema dei mutamenti climatici”, deve averlo proprio la messa in sicurezza del territorio.

Non è un caso che sia proprio Fornaro, nativo di un Alessandrino messo ormai ogni anno a dura prova dalle alluvioni (l'ultima nelle scorse ore) ad accendere i riflettori su un tema spesso trattato solo nel momento dell'emergenza. "Le devastazioni prodotte dal maltempo questa estate sono la conferma, caso mai ce ne fosse ancora bisogno – osserva Fornaro – che i cambiamenti climatici sono una realtà con cui dobbiamo confrontarci oggi e nel futuro. Questo è un tema che non può rimanere chiuso in dibattiti politici, ma deve essere assunto come primaria responsabilità e concreta presa di coscienza”.

“Si tratta di fare i conti con mutamenti che impongono nuove regole e nuovi parametri. Se fino ad alcuni anni fa era sufficiente che un tetto, una struttura reggesse a un vento di una certa velocità, oggi non è più così. Le stesse specie arboree devono essere riviste per evitare sciagure come quelle cui abbiamo purtroppo dovuto assistere”, spiega il parlamentare di LeU che, sempre restando su questioni concrete, ricorda come “occorra dotarsi di piani di bacino anche per i corsi d’acqua minori, quasi sempre causa di esondazioni”. Soldi, quelli che arriveranno dal Recovery Fund, ma anche una seria e rapida programmazione “che non potrà che avere importanti effetti sull’occupazione”.

Un grande piano “in cui Stato, Regioni, Province e Comuni dovranno agire ciascuno per la propria parte – aggiunge Fornaro, che prima di approdare in Parlamento è stato sindaco di un piccolo comune, Castelletto d’Orba, colpito da un violentissimo nubifragio e frane l’ottobre dello scorso anno – agendo soprattutto per prevenire calamità e non dovendosi limitare ad intervenire dopo i disastri”.

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