CORONAVIRUS & POLITICA

La criminalità fomenta la piazza

Ci sarebbe la mano della malavita organizzata dietro gli scontri di lunedì dopo la pubblicazione dell'ultimo dpcm. Lo sostiene l'ex magistrato, oggi consulente dell'Unità di Crisi del Piemonte Rinaudo. E la Digos indaga su un vademecum che circola in rete

Potrebbe esserci la criminalità organizzata dietro agli scontri e alle devastazioni della scorsa settimana, a Torino, in occasione delle proteste per l’ultimo Dpcm. Lo sostiene Antonio Rinaudo, magistrato in pensione e commissario dell’area giuridico-amministrativa dell’Unità di Crisi per l’emergenza Coronavirus in Piemonte. La criminalità organizzata, sostiene Rinaudo, pubblico ministero in alcune delle più importanti inchieste svolte nel distretto piemontese negli ultimi decenni, “ha tutto l’interesse a depredare attività commerciali, marchi internazionali come Gucci, per creare uno stato di disagio e una mancanza di sicurezza nelle persone. Vogliono arrivare a una desertificazione commerciale – sostiene il magistrato in pensione – nella quale poi infiltrarsi con le loro attività”. L’ipotesi è che la criminalità abbia “reclutato frange che provengono dalle periferie e gruppi della tifoseria”.

“Una gestione pilotata, con convocazione via web ben pianificata. Questi gruppi potrebbero essere stati pagati per andare a colpire quella attività in maniera studiata e creare disagio sociale – prosegue –. Sono valutazioni prospettiche sulla base delle azioni poste in essere, attacchi nei confronti di attività commerciali che hanno poco a che fare con il malumore per la chiusura dei ristoranti e mal si conciliano con un'organizzazione politica. Invece ben si conciliano con attività mafiose che sguazzano nell'anarchia strumentalizzando l’aspetto sanitario a loro vantaggio”.

A riprova di questa tesi quello che appare a tutti gli effetti un vademecum per gli scontri di piazza intitolato “Consigli per la rivolta” che sta circolando in rete. Sulla sua diffusione, successiva agli scontri di lunedì 26 ottobre sta indagando la Digos. “Copri sempre il volto, sempre. Non continuare a coprirti e scoprirti il volto nella mischia – si legge – indossa i guanti per non lasciare impronte. Usa vestiti non appariscenti e senza dettagli riconoscibili”. Il volantino suggerisce inoltre di non parlare con i giornalisti e di non fare foto. Nel caso di ferite, l’invito è di non andare negli ospedali vicini ai luoghi degli scontri, per non essere identificati. “Se ti arrestano non infamare e non credere alla polizia, tanto non avrai sconti di pena”. Infine l’invito a “non far girare foto o video su internet” dove invece secondo gli anonimi che hanno realizzato il volantino, bisogna far girare i luoghi e gli orari per gli appuntamenti.

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