SINISTRATI

Grimaldi rompe (a sinistra) e resta sempre più solo

Il consigliere regionale segue Fratoianni nella sfiducia a Draghi. Il rammarico del capogruppo Fornaro: "Mi spiace, ma la sua è una scelta contraddittoria" che potrebbe avere conseguenze sulle prossime elezioni amministrative. A partire da Torino

Magari più liberi, ma di certo meno uguali. LeU, forza politica nata sotto la poi non così fortunata e duratura benedizione di Pietro Grasso è oggi l’ultima conferma di come la scissione, anche dell’atomo politico, sia connaturata alla sinistra col sovrappiù della coincidenza dell’anniversario del Congresso di Livorno del 1921. Articolo Uno, la parte bersaniana e governista, e l’ala barricadera di Sinistra Italiana, prendono strade separate.

Accadde con Cossutta e Bertinotti, accade oggi con Nicola Fratoianni che dice mai con Draghi, perchè mai con la Lega. Una biforcazione non solo romana. Non ha atteso oltre Marco Grimaldi, l’unico consigliere regionale rimasto della vecchia pattuglia frutto del distacco dal Pd di Valter Ottria e Silvana Accossato durante la scorsa legislatura, per dire da che parte sta. “Alcuni tabù vorrei tenermeli: dopo il governo con Lega e Forza Italia mi sarebbero rimasti da infrangere solo il cannibalismo e l’incesto”, scrive senza risparmio di crudezza nel post in cui spiega le ragioni per cui “insieme all’assemblea di Sinistra Italiana abbiamo deciso di non dare la fiducia all’esecutivo Draghi”. 

Il suo gruppo unipersonale a Palazzo Lascaris non s’è mai chiamato LeU, bensì Liberi Uguali Verdi, giacché in vista delle elezioni è tradizione mettere sotto lo stesso cartello ogni scheggia utile per far quorum, salvo poi iniziare l'opera di frazionamento. I primi a staccarsi sono stati proprio i Verdi, lasciando Grimaldi solo libero e uguale (lui tuttavia non ha modificato il nome del gruppo). Ora, sposando la scelta di Sinistra Italiana, amplia la distanza con la componente nata dalla scissione di Bersani e D'Alema da quel Pd un tempo renziano. E se c'è chi vuole trovare delle responsabilità vada a cercarle nei soliti poteri forti del capitalismo finanziario e industriale che da anni impediscono al proletariato urbano (e urbana, ça va sans dire) una piena emancipazione rispetto alle classi dominanti: “Credo che in tanti si siano adoperati per non rendere la coalizione giallo-rossa più forte e che a questa legittima spinta si siano uniti gli interessi economici di chi sta ai vertici del capitalismo finanziario e industriale – spiega Grimaldi –. È tutto comprensibile. Sono gli interessi dei miei avversari. Non faccio parte di chi pensa che la nostra sia una democrazia a sovranità limitata, penso semplicemente che i rapporti di forza attualmente non siano a nostro favore. Questo penso, perché credo alla nostra democrazia parlamentare come qualcosa in cui ogni rappresentante è un consigliere del nostro Paese”.

“Mi spiace per la scelta di Marco”, dice il capogruppo alla Camera di LeU Federico Fornaro, che parlando con lo Spiffero, avanza anche ipotesi e timori circa gli effetti sulle prossime elezioni amministrative, a partire da Torino. La situazione vista nei numeri di Camera e Senato è quella che vedrà “un deputato su 12 non votare la fiducia”, osserva Fornaro riferendosi a Fratoianni e ad altri due parlamentari di Sinistra Italiana che invece non lo seguiranno. Tornando a Grimaldi, il deputato alessandrino non nega che “è una scelta che pone Sinistra Italiana in una posizione a mio giudizio con una contraddizione interna: da un lato si dice vogliamo continuare a sostenere l’alleanza strategica tra Pd, M5s e Leu, anche con una prospettiva sui territori, e però alla prima grande occasione sostanzialmente si compie una scelta opposta a quella fatta dalla stessa citata alleanza”. “Se questa contraddizione determinerà conseguenze sia a livello nazionale, sia locale oggi è difficile dirlo, certo è un sottrarsi a una responsabilità e a una scelta comune che pone Sinistra Italiana in una posizione politica non molto differente da quella di Rifondazione”. La decisione di Grimaldi di stare con Fratoianni è forse l’ennesima conferma di “quella sinistra che nei momenti cruciali in qualche modo scarta e si pone su una posizione critica antisistema”.

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