Procura indaga su sezione psichiatrica del carcere di Torino

La Procura di Torino ha aperto un fascicolo contro ignoti per maltrattamenti sui detenuti della sezione psichiatrica Sestante del carcere di Torino. L’inchiesta arriva dopo la lettera-denuncia dei giorni scorsi del presidente nazionale dell’associazione Antigone, Susanna Marietti, che aveva visitato la sezione definendola un “luogo vergognoso in cui si rinuncia a vite umane come se valessero niente”.

Già in alcuni rapporti del passato il garante nazionale dei detenuti Mauro Palma aveva acceso un faro sulle “condizioni materiali e di vivibilità ben inferiori agli standard di salubrità e dignità delle persone ospitate: il tutto in una struttura che deve essere connotata dal suo essere sanitaria, pur all’interno di un Istituto detentivo. Materassi scaduti e letti privi di lenzuola. Presenza e utilizzo di una cella liscia (la stanza 150) in condizioni strutturali e igieniche inaccettabili con water a vista e privo di lavabo. Mancanza di ogni attenzione trattamentale nei confronti delle persone ristrette in tali ambienti”. Una denuncia a lungo inascoltata.

Dopo l’ulteriore denuncia dell’associazione Antigone, il garante ha spiegato che “nonostante gli impegni presi dalle amministrazioni in risposta alle raccomandazioni formulate e nonostante le continue sollecitazioni, l’ultima visita di giugno aveva confermato le condizioni immutate in una considerevole parte del reparto”. “Una situazione che, oltre a essere offensiva per le persone e per la complessiva coscienza democratica del Paese – prosegue Palma – pone anche il nostro sistema a rischio di condanna da parte degli Organi di controllo sovranazionali”. Una situazione che testimonia “l’inerzia finora riscontrata nonostante i numerosi solleciti rivolti dal Garante nazionale a entrambe le amministrazioni responsabili – giustizia e salute – rispetto al tema della dignità di chi ha bisogno di cura; tema che facilmente viene indicato come prioritario e troppo spesso rischia di incagliarsi nello scambio reciproco di responsabilità”.

Sul tema il capogruppo di Leu alla Camera Federico Fornaro ha protocollato una interrogazione urgente per il ministro della Giustizia Marta Cartabia.

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