VERSO IL VOTO

Acqui, allarme rosa nella Lega: "Troppo debole la candidata FI"

Divide l'elettorato di centrodestra la discesa in campo di Franca Roso. Pressing di Molinari e FdI su Cavallera per un passo indietro e un accordo con l'ex sindaco Rapetti, dato per favorito. Ma il Cardinale Azzurro, con il coordinatore Zangrillo, tiene duro

Cherchez la femme. Mai a seguire la celebre esortazione si rischiò di rimediare una disastrosa débâcle, come quella che terrorizza la Lega (ma anche Fratelli d’Italia) guardando alle elezioni comunali di Acqui Terme. Non si sa quanto l’ha cercata, di certo a trovare la candidata a sindaco, Franca Roso e, manuale Cencelli del centrodestra alla mano, perorarne l’investitura è stato Ugo Cavallera

Il Cardinale Azzurro, stavolta, però agli occhi allarmati degli alleati non appare né un Richelieu, né un Mazarino. Piuttosto s’interrogano, tra sconcerto e preoccupazione, per quale ragione il navigato politico alessandrino abbia deciso di tenere duro evitando di prendere in considerazione il suggerimento di rivedere la sua scelta per evitare il disastro nelle urne. Perché è questo che vede all’orizzonte del 12 giugno il segretario regionale della Lega Riccardo Molinari e con lui il numero uno di FdI per l’Alessandrino, Federico Riboldi

La spartingaia all’interno della coalizione ha assegnato la designazione del candidato sindaco nella città termale Forza Italia, con l’immediata e dirompente conseguenza di bruciare la discesa in campo per il centrodestra di Danilo Rapetti, ex forzista poi salito sul Carroccio, che il sindaco lo aveva già fatto per dieci anni dal 2002 al 2012 e da mesi pronto a riprovarci. Cosa che, in effetti, farà, con il sostegno di alcune liste civiche tra cui anche quella del suo successore Enrico Bertero, ma soprattutto da un consenso che fa scattare tutti i campanelli di allarme nella Lega e tra i Fratelli. Ogni giorno cresce il numero di elettori e addirittura militanti leghisti che annunciano il loro voto per Rapetti.

E pure tra quel che resta di Forza Italia l’aria che tira non è da vento in poppa per la candidata voluta da Cavallera. Correre ai ripari prima che sia troppo tardi, questo il pensiero che tormenta Molinari in questi giorni. Lo scarso appeal politico della commercialista, con un passato da assessore nell’ultima amministrazione comunale di centrodestra prima della vittoria grillina che avrebbe portato a Palazzo Levi l’attuale primo cittadino Lorenzo Lucchini, viene ovviamente negato da Cavallera, spalleggiato dal coordinatore regionale azzurro Paolo Zangrillo evocando sondaggi a dir poco esageratamente ottimistici per la presidente dell’associazione delle città termali. Rimediare una cocente sconfitta è più di un incubo per il vertice leghista. 

Una patata bollente quella che l’evegreen Ugo rinuncia a togliere dal tavolo del centrodestra, anche se la proposta su cui stanno ragionando gli alleati non contemplerebbe l’uscita di scena di Roso, piuttosto il suo ritiro come candidata sindaco e un rimpasto in corsa con l’unificazione della proposta elettorale di Rapetti con quella dei tre partiti del centrodestra. Per lei la garanzia di fare il vicesindaco. Una soluzione che riporterebbe l’ex primo cittadino nell’alveo della coalizione e, soprattutto, eviterebbe quello temuto come un esito disastroso alle urne. Nel caso dovesse verificarsi, non ci sarà neppure bisogno di dire cherchez la femme. Neppure cercare chi l’ha trovata.