CAMPANILE SERA

Altolà della Lega a Corsaro: "Prima del bis un tagliando"

A Vercelli il Carroccio fa la voce grossa. Con la defenestrazione di Tiramani cambiano i rapporti di forza. Il nuovo commissario, Montani, stoppa il primo cittadino su una ricandidatura e chiede un rimpasto. Traballa la poltrona del vicesindaco Simion

Altolà al sindaco Andrea Corsaro e voci di rimpasto sul Comune di Vercelli. Il tracollo elettorale e le divisioni nella Lega – da poco è stato defenestrato il commissario Paolo Tiramani, deputato uscente neanche candidato alle ultime politiche – fanno traballare anche il capoluogo di una provincia che un tempo era roccaforte inespugnabile del Carroccio. Appena nominato commissario da Matteo Salvini, l’ex senatore Enrico Montani ha recapitato al primo cittadino un avviso che in sostanza dice “guai a dare per scontata una ricandidatura sotto le insegne di Fratelli d’Italia”.

In una nota firmata a quattro mani con il segretario cittadino Gian Carlo Locarni, Montani dichiara “prematura” ogni discussione su “chi sarà candidato a sindaco di Vercelli nel 2024”. Tradotto: la riconferma di Corsaro non è scontata e molto dipenderà anche da come chiuderà il suo ultimo anno e mezzo con la fascia tricolore. E infatti, secondo i due “serve un ulteriore salto di qualità all’amministrazione attuale”. Dal politichese all’italiano, la Lega chiede chiaramente un rimpasto di giunta.

Nel mirino è finito Massimo Simion, vicesindaco ma soprattutto uomo troppo vicino a Tiramani per rimanere nella casella più importante che occupa il Carroccio nell’amministrazione di Vercelli. Locarni, che pure siede in giunta, con la delega dell’Edilizia, ancora non gli ha perdonato il tentato blitz per farlo saltare da numero uno della Lega di Vercelli, quando l’assalto venne respinto per un solo voto e il segretario rimase al suo posto a studiare la vendetta.

La caduta in disgrazia di Tiramani da una parte lascia scoperto Simion (che tuttavia gode della stima di Corsaro) e allo stesso tempo rafforza Locarni, il quale può contare su un rapporto molto stretto con il deputato canavesano Alessandro Giglio Vigna e quindi, per interposta persona, anche con Riccardo Molinari. Così mentre la Lega crolla nelle urne, in uno dei suoi ex fortini elettorali c’è chi affila i coltelli. Il partito è spaccato, molti nodi vengono al pettine ora che la faglia si è aperta con l’estromissione di Tiramani; come l’ingaggio della consigliera comunale Martina Locca nello staff del presidente della Provincia Davide Gilardino, altra cosa che ha fatto storcere il naso a molti.

Intanto la guerriglia nei confronti di Corsaro rischia di destabilizzare anche l’amministrazione cittadina. La Lega chiede di evitare “fughe in avanti” e avverte sindaco e alleati: “Riteniamo che così come la Lega ha sostenuto fino ad ora in modo leale l’azione dell’amministrazione Corsaro, detenendo poco meno del 50% dei seggi di maggioranza in aula consiliare, serva sempre mantenersi tutti estremamente condivisivi e leali all’interno del centrodestra vercellese”. Sintassi a parte, ora l’obiettivo pare la staffetta tra Simion e Locarni, poi si discuterà del bis di Corsaro.

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