Una concordia buona e utile

Dunque, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato di Torino e del Piemonte come di un “laboratorio”. Una affermazione importante non solo perché arriva dalla più alta carica dello Stato ma anche perché coglie un aspetto politicamente rilevante del nostro territorio. Anche perché, accanto a questo qualificato riconoscimento, c’è stato anche un pubblico apprezzamento per la cosiddetta “concordia istituzionale” tra il sindaco di Torino Stefano Lo Russo e il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.

Un elemento, questo, che non sempre ha avuto piena cittadinanza nella cittadella politica ed istituzionale piemontese. E, non a caso, i momenti migliori della politica torinese e subalpina sono proprio coincisi quando questa “concordia istituzionale” si è tradotta concretamente in atti politici e in precise scelte legislative. Perché, alla fine, non si tratta soltanto di un “metodo” arido e burocratico ma risponde anche, e soprattutto, ad un disegno politico che non può e non dev’essere sottovalutato.

Ora, tutti noi sappiamo – almeno quelli che seguono regolarmente l’attività e il dibattito politico – che quando si pratica la “concordia istituzionale” nascono malumori e incomprensioni all’interno delle rispettive appartenenze politiche. Soprattutto quando i due enti sono governanti da maggioranze politiche diverse ed alternative. Come puntualmente sta capitando a Torino e nel Piemonte. Soprattutto sul versante della sinistra dove l’antica vocazione a delegittimare moralmente e politicamente l’avversario/nemico è sempre stata molto più pianificata e perseguita rispetto al campo alternativo del centrodestra. Detto questo, è persin ovvio ribadire che proprio grazie alla “concordia istituzionale” si possono raggiungere risultati politici accompagnati da grandi ricadute territoriali che nessun’altra metodologia potrebbe permettere e garantire. E la condizione decisiva ed essenziale per poter centrare questo obiettivo resta uno solo: chi interpreta ed incarna questa “concordia istituzionale” – cioè nella nostra regione il sindaco di Torino e il presidente della Regione – devono andare oltre alla semplice difesa delle ragioni della maggioranza politica che li sostiene e farsi carico, invece, degli interessi generali della intera comunità. So che non è un compito facile né banale perché, come da copione, ci si scontra sempre con esigenze politiche di partito e di schieramento molto forti e condizionanti. Basti pensare che in Italia si vota ogni anno ed essendo il sindaco di Torino e il presidente della Regione figure apicali a livello politico ed istituzionale, il loro appoggio politico ed elettorale è sempre determinante nonché importante.

Ma, e qui arriva il segreto di questa “concordia istituzionale”, questo metodo può essere realmente perseguito solo se le due figure politiche sono di qualità e hanno il coraggio civico, oltre all’intelligenza politica, di saper guardare lontano superando gli ostacoli che vengono frapposti dai vari segretari di partito a livello locale e dagli interessi immediati ed elettorali dei suddetti partiti. Obiettivo non facile da centrare ma comunque possibile. E, al riguardo, il ringraziamento pubblico avanzato dal Presidente Mattarella è la semplice conferma che Stefano Lo Russo e Alberto Cirio stanno lavorano bene e con coraggio e determinazione. Salvo le difficoltà che di volta in volta intervengono, come ovvio e persin scontato. Ma, se non altro, con la cosiddetta “concordia istituzionale” molti risultati per Torino e per l’intero Piemonte possono essere più tranquillamente raggiunti senza lanciarsi in polemiche infinite e senza praticare contrapposizioni politiche frontali prive di fondamento e di risultati concreti.

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