REGIONALI 2024

Sardegna, salutame a Soru

È uscito dal Pd, di cui è stato uno dei fondatori nell'isola, ha rotto persino con la figlia in lista con i dem ma la sua corsa (quasi) solitaria non lo porterà neppure in Consiglio. Colpa della soglia di sbarramento "che penalizza fortemente le alternative"

“Sicuramente la legge elettorale penalizza fortemente le alternative, perché il voto è molto polarizzato fra centrodestra e centrosinistra a causa delle liste di sbarramento. Se abbiamo sbagliato qualcosa? Chi perde sbaglia sempre qualcosa, ora bisognerà ragionare per capire cosa”. Così l’ex deputata del Pd Romina Mura, uscita dal partito in polemica con le scelte delle segreterie nazionali e regionali sull’indicazione del candidato presidente, e capolista di Progetto Sardegna a Cagliari con la Coalizione sarda di Renato Soru. Al momento, l’ex governatore è all’8% dei consensi, mentre le sue liste sono ferme intorno al 3,5%: un risultato deludente rispetto alle aspettative, tanto che in virtù delle soglie di sbarramento la coalizione (10%) di Soru rischia di non far entrare neanche un consigliere nell’assemblea regionale. “Il nostro progetto politico continuerà, lo dobbiamo ai tanti giovani che ci hanno creduto e hanno contribuito al percorso di questi mesi”, assicura Mura.

Il fondatore di Tiscali, già presidente della Regione Sardegna dal 2004 al 2009, ex segretario del Pd sardo ed ex europarlamentare, ha scelto di tirare dritto e correre da solo, accompagnato da una coalizione con al centro i valori indipendentisti ma anche realtà differenti come Rifondazione comunista e Azione con +Europa. Ma i sardi, quelli su cui contava per ottenere almeno il risultato minimo alle urne ed entrare in Consiglio regionale, lo hanno tradito.

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