TRAVAGLI DEMOCRATICI

Il Pd non ha più occhi per piangere, in Basilicata si ritira il candidato (stessa sorte per la Pentenero?)

Altro che caos, è una babele. Ennesimo successo della Premiata Ditta Taruffi & Baruffi, specialista in sfracelli elettorali. Dopo aver tolto il candidato inviso ai 5 Stelle i dem si ritrovano con un pugno di mosche. E anche in Piemonte non è detto che i giochi siano fatti

Un disastro annunciato. “È una decisione presa con assoluta serenità e anche nell’interesse delle forze politiche che hanno voluto propormi. Avevo dato la mia disponibilità, ma non posso non registrare le reazioni che ci sono state in seguito. In ogni caso voglio che lo spirito che ha portato alla proposta che ho ricevuto, cioè la ricerca dell’unità dei moderati e progressisti e l’offerta di una coalizione capace di battere il centrodestra in Basilicata, sia preservato, e per questo faccio un passo indietro”. Così Domenico Lacerenza ha spiegato i motivi della sua rinuncia alla candidatura a presidente della Regione Basilicata. “Lo devo anche alla mia storia professionale e per rispetto alla comunità dei lucani – ha aggiunto – ringrazio quanti hanno espresso fiducia nei miei confronti, e in particolare Elly Schlein, Giuseppe Conte e Angelo Chiorazzo”. Altro che un oculista, ci vuole uno psichiatra e pure bravo.

Un esito, quello di queste ore, ampiamente prevedibile dopo che il Pd, piegato ai diktat dei 5 Stelle, aveva costretto Angelo Chiorazzo a rinunciare alla candidatura e a gettare della mischia un semisconosciuto oculista di Potenza, peraltro originario della Puglia, completamente a digiuno di politica e di amministrazione. Un’imposizione comunicata al partito locale dai due emissari del Nazareno – Igor Taruffi e Davide Baruffi della Premiata Ditta Taruffi & Baruffi, specialista in sfracelli elettorali – scatenando la sollevazione di militanti e dirigenti. Ancora ieri provavano a smentire le voci di uno scossone, nato alla luce della decisione di chiudere la porta a Italia viva e Azione, scelta che aveva scatenato un subbuglio tra diversi esponenti dem. Anche dal fronte M5s veniva escluso un passo indietro di Lacerenza. Chi aveva parlato con il leader Giuseppe Conte raccontava che, di fronte ai rumors di un possibile ritiro dalla corsa, l’ex premier aveva escluso la possibilità: “Assolutamente no”, avrebbe rassicurato i suoi. Parole non invecchiate benissimo, visto che meno di 24 ore dopo Lacerenza ha gettato la spugna.

print_icon