LA SACRA FAMIGLIA

L'arte messa da parte dagli Agnelli: ritrovati i quadri "scomparsi"

Le 13 opere, un tempo patrimonio dell'Avvocato, sono state rintracciate come doni della nonna ai nipoti Elkann nella pinacoteca del Lingotto e in una villa a St. Moritz. Margherita però contesta la legittimità delle donazioni e si prepara a una nuova offensiva legale

Sarebbero tutte rintracciate e rintracciabili le 13 opere d’arte dell’eredità di Gianni Agnelli sparite da Villa Frescot e Villar Perosa a Torino, oltre che dalla casa di Roma dell’Avvocato, come sostiene da tempo la figlia Margherita Agnelli de Pahlen nella causa in corso a Torino per rimettere in discussione la successione del padre e della madre Marella Caracciolo

Quei quadri, secondo quanto emergerebbe da una relazione della Guardia di Finanza di Milano alla procura riportata dalle agenzie di stampa, sarebbero stati donati dalla nonna ai nipoti JohnLapo e Ginevra Elkann, da lei indicati come eredi.  La relazione arriva nell’ambito di un’indagine che ha portato il gip ad archiviare la posizione di un gallerista svizzero e di un suo collaboratore accusati di ricettazione e a disporre ulteriori accertamenti.

Secondo la relazione, che si basa sulle testimonianze di due governanti e di una terza persona già al servizio di Marella Caracciolo, i quadri tra i quali alcuni MonetPicassoBalla e De Chirico sarebbero stati nel palazzo romano e poi donati a John, Lapo e Ginevra alla nonna quando era ancora in vita. Ora in gran parte sarebbero custoditi al Lingotto. Inoltre dalle consultazioni di banche dati, in particolare quelle del ministero della Cultura e la piattaforma S.u.e. (Sistema uffici esportazione), non sono emerse movimentazioni illecite né vincoli attorno alle tele di valore inestimabile.

Il gip milanese Lidia Castellucci, lo scorso gennaio, accogliendo in parte l’opposizione di Margherita Agnelli alla richiesta di archiviazione dell’indagine sulla presunta sparizione dei quadri, aveva indicato ai pm Cristian Barilli e al procuratore aggiunto Eugenio Fusco di raccogliere le testimonianze di Paola Montalto e Tiziana Russi, persone di fiducia di Marella Caracciolo, che si sono occupate degli inventari dei beni ereditati. Le due donne, sentite dalla Gdf assieme a una terza persona, hanno ricostruito che quelle tele erano nell’appartamento a Palazzo Albertini-Carandini, di cui Margherita ha la nuda proprietà, e che furono donate ai tre nipoti dalla nonna. Quasi tutte le opere d’arte, ha ricostruito la Guardia di Finanza, sono state trovate al Lingotto durante una ispezione delle Fiamme Gialle, delegate dalla magistratura torinese nell’indagine principale sull’eredità Agnelli.

Visto gli esiti delle nuove indagini, i pm milanesi si coordineranno con i colleghi di Torino, ai quali, non si esclude potrebbero trasmettere gli atti per competenza. Sul caso fonti vicine a Margherita chiariscono che “i quadri oggetto di denuncia nel procedimento di Milano (che prosegue) non possono essere stati donati, in quanto Marella non ne aveva la proprietà. Peraltro, non risulta ad oggi formalizzato alcun documento di donazione. Comunque, qualora le indiscrezioni fossero confermate, vi sarebbero atti invalidi e verrebbe richiesta l’immediata restituzione delle opere che sono e restano di proprietà di Margherita Agnelli”. Una questione, quella della proprietà, che potrà sciogliere solo la magistratura. 

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