LA (S)QUADRA

FdI cala Riboldi alla Sanità, Chiorino sarà la vice di Cirio

Superato l'irritante, anche per i vertici del partito, balletto tra i due assessori uscenti. Andrà all'ex sindaco di Casale Monferrato la poltrona più pesante (e scottante). Cultura e Turismo alla novarese Chiarelli. Bongioanni verso l'Agricoltura

Tra i due recalcitranti, il terzo prende la Sanità. Sarà, con ogni probabilità, Federico Riboldi ad assumere la delega di maggior peso nella futura giunta di Alberto Cirio, assicurandola così a Fratelli d’Italia come richiesto in primis da Guido Crosetto, così come dai più alti vertici nazionali del partito e, nel contempo, fornendo una soluzione rispetto ai dinieghi incrociati da parte di Maurizio Marrone ed Elena Chiorino di fronte alla richiesta di occupare, l’uno o l’altra (ma più il primo che la seconda) la poltrona per cinque anni occupata dal leghista Luigi Icardi.

L’uscita dall’imbarazzante e irritante (anche per le alte sfere del partito) cul de sac è delle ultimissime ore e, seppure non ancora con i crismi dell’ufficialità, è data quasi per certa. Riboldi, sindaco uscente di Casale Monferrato e figura rapidamente cresciuta e consolidatasi nel partito non solo piemontese, pareva essere indirizzato con una certa sicurezza verso l’Agricoltura, anche se un suo ruolo come assessore alla Sanità era stato ventilato in più di un’occasione. 

Le competenze agricole andranno, invece, al capogruppo uscente a Palazzo Lascaris, il cuneese Paolo Bongioanni del quale si era vociferato come possibile presidente del Consiglio regionale, ruolo al quale egli avrebbe preferito (non facendone mistero e lavorando da tempo allo scopo) la delega a Turismo e Sport. L’affidamento dell’Agricoltura a un rappresentante della provincia più agraria del Piemonte è comunque un segnale forte, tra quelli che arrivano da Roma dove la nuttata fraterna sembra ormai avere sciolto quasi tutti i nodi. Proprio il Turismo insieme alla Cultura è destinato alla novarese Marina Chiarelli, ma questa decisione racchiude un ulteriore segnale. Già, perché non dare la Cultura a Marrone, nonostante non assuma la Sanità, agli occhi di alcuni appare una sorta di “punizione” proprio per l’atteggiamento tenuto di fronte alle richieste pressanti del partito. E la Cultura, per Marrone, il più politicamente identitario tra gli assessori, è una competenza su cui egli aveva mostrato palesemente di voler improntare la marcatura politica nei prossimi cinque anni. Per quanto riguarda Chiorino, a lei parrebbero riconfermate le deleghe al Lavoro e all’Istruzione.

Nodi sciolti, dunque, anche quello sulla vicepresidenza della Regione, oggetto del duello tra Marrone e Chiorino e motivo per cui nessuno dei due ha risposto positivamente agli inviti, pur pressanti, ad occuparsi di Sanità. Al termine il lungo ed estenuante braccio di ferro sembra essersi concluso con la vittoria di Chiorino (e del suo padrino politico Andrea Dalmastro) a svantaggio di Marrone (e della sua referente Augusta Montaruli). Resta sul tavolo la presidenza del consiglio regionale per cui continua a ricorrere il nome del torinese Davide Nicco (più difficile Roberto Ravello), questione che dovrebbe essere risolta nelle prossime ore. Trovata una soluzione per la grana più grossa, ovvero la Sanità, tutto il resto dovrebbe assestarsi, anche se tra qualche insoddisfazione e qualche recriminazione.

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