IREN, DEM LIGURIA: CON BUCCI GENOVA PERDE PESO NELLA MULTIUTILITY

Dopo il licenziamento di Paolo Emilio Signorini da amministratore delegato di Iren “le sue residue deleghe sono state divise tra il presidente espressione del Comune di Torino e il vicepresidente espressione del Comune di Reggio Emilia. Ma senza una sostituzione con un nuovo amministratore delegato, oggi Genova e la Liguria risultano totalmente irrilevanti”, scrivono in una nota i segretari dem di Genova Simone D’Angelo e della Liguria Davide Natale. E le recenti parole del presidente Luca Dal Fabbro, in un’intervista, “confermano non solo il venir meno di qualsiasi ruolo di Genova e della Liguria nella gestione di una delle più importanti multiutility italiane, di cui è il principale azionista, ma anche che la necessaria nomina di un nuovo amministratore delegato non sia incredibilmente all’ordine del giorno, condannando nei fatti Genova e la Liguria all’irrilevanza all’interno dell’azienda”.

Una irrilevanza dentro la multiutility a cui, proseguono i democratici liguri, “si è arrivati progressivamente, a partire da quando un anno fa, con la scelta di Signorini, il sindaco Bucci aveva accettato che l’amministratore delegato perdesse deleghe strategiche come quelle al personale, alla finanza e alle relazioni con gli investitori, che invece i patti parasociali assegnavano proprio all’amministratore delegato. Una situazione assurda per chi ha sobbarcato i genovesi di un mutuo milionario decennale nel 2018 per diventare primo azionista di Iren, senza che questo abbia però portato ad alcun reale ritorno per la città e per la regione”. Il Pd ligure rileva che “Iren gestisce servizi di primaria importanza per il nostro territorio e sono oggi nel limbo progetti in diversi settori cruciali da cui dipende il futuro della Liguria tutta. Ma questo al centrodestra non sembra minimamente interessare”. In questo contesto, sostengono D’Angelo e Natale, “pare assurdo doversi appellare agli altri azionisti. Ma di fronte all’incapacità mostrata dal Comune di Genova, siamo costretti a rivolgerci alle amministrazioni di Torino e Reggio Emilia affinché venga ripristinata la normalità nella governance aziendale, tornando così a dare rappresentanza in Iren anche gli interessi dei cittadini genovesi e liguri”.

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