POLTRONE & SOFÀ

Cirio a caccia di "mandarini". Parte il risiko dei direttori

Gli attuali undici ruoli apicali destinati a crescere scorporando alcune materie non omogenee. Tra chi va in pensione e chi è pronto a salire di grado si apre il balletto ai vertici della burocrazia regionale. Scountig anche oltre confine, soprattutto dalla Lombardia

Mentre sguardi e riflettori sono ancora puntati sulla nuova giunta di Alberto Cirio, non meno interessante è quanto sta accadendo nell’alta burocrazia regionale, ovvero laddove le scelte politiche incrociano la loro attuazione e il potere non di rado è pari se non talvolta superiore a quello di chi ne è ormai l’immagine consolidata. Le poltrone riservate ai “mandarini” della Regione Piemonte sono undici, aumentate di una nella scorsa legislatura in seguito allo scorporo del Welfare dalla Sanità e a governare tecnicamente il vasto settore dell’assistenza, politicamente in capo al riconfermato assessore di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone è Livio Tesio. Il suo posto, come per altri, non pare affatto in discussione. Idem per la “colonna portante” del grattacielo, Giovanni Lepri, l’uomo dei conti destinato anzi a crescere in potere e responsabilità.

Si discute, semmai, di aumentare ancora il numero dei direttori che secondo più di un’ipotesi sul tavolo potrebbe salire addirittura fino a 14 o 15. Un ampliamento del vertice burocratico che, sempre secondo una lettura che appare prevalente sul versante della maggioranza, troverebbe la sua necessità nel superamento di alcune materie affidate ad un’unica direzione anche se non proprio omogenee. Ma, forse, ci sono anche altre ragioni, magari più legate alla politica alla base di un piano in fase di elaborazione e, appunto, di discussione che viene motivato anche da più o meno imminenti approdi alla pensione di alcuni tra gli attuali direttori.

Tra questi c’è Paola Casagrande, attualmente a capo del Coordinamento delle politiche e dei fondi europei, ma anche di Sport e Turismo (le prime tenute per sé dal governatore, le seconde di competenze di Marina Chiarelli di FdI), figura che da sempre gode di grande fiducia da parte di Cirio che la ebbe in epoche lontane come dirigente quando lui era componente della giunta di Roberto Cota e, non a torto, da molti spesso vista come una sorta di assessore-ombra. Oltre a quello di Casagrande si libererà anche il posto di Arturo Faggio a capo della direzione Istruzione, Formazione e Lavoro (competenze che, insieme ad altre, attengono alla vicepresidente Elena Chiorino, pure lei di FdI). E tra coloro che non vedono poi così distante l’età per lasciare il ruolo c’è anche colui che viene considerato un po’ il re dei grand commis, ovvero Paolo Frascisco. L’attuale titolare della Direzione della giunta, ovvero il più addentro degli interna corporis della Regione non ha mai fatto mistero di voler concludere la sua lunga carriera con una direzione di un’azienda sanitaria, tant’è che da tempo figura nell’elenco degli idonei. E chissà che tra le nomine dei vertici di Asl Aso previste per fine anno non ci sia anche la sua, cosa che gli consentirebbe di valicare ampiamente il limite dei 65 anni, inderogabile per i direttori regionali, ma non per quelli delle aziende sanitarie. 

A questi posti che si renderanno piò o meno a breve vacanti, sono da aggiungere altre direzione attualmente sguarnite e coperte ad interim o con facenti funzione. È il caso, per citarne uno, di Ambiente, Energia e Territorio, ma anche delle Opere Pubbliche e Protezione Civile. Lo schema prevede alcune promozioni di figure attualmente di seconda linea, come Erminia Garofalo, attuale vice di Frascisco e responsabile per le Partecipate. Per lei potrebbe aprirsi la strada verso la direzione attualmente retta da Faggio, ma anche altre ipotesi sono sul tavolo. Una di queste sarebbe molto concreta e aprirebbe le porte del grattacielo ad (almeno) un esterno. Viene, infatti, dato come assai probabile l’arrivo da Palazzo Chigi dell'ex dirigente di Regione Lombardia Giovanni Bocchieri, oggi alla Presidenza del Consiglio per coordinare il nueclo Pnrr Stato-Regioni. Prima in Lombardia aveva diretto il settore della Fornazione e Lavoro. Visto proprio questo suo precedente ruolo,  secondo alcune ipotesi, Bocchieri potrebbe andare  a sostituire Faggio.

Tra questione formale e sostanziale sul tavolo è destinata a finire anche la questione della direzione della Sanità, retta da Antonino Sottile. All'atto della sua nomina, nel giugno dello scorso anno, Fratelli d'Italia e in particolare l'allora capogruppo Paolo Bongioanni subordinarono il via libera a una verifica di metà mandato. Un segno che una parte del partito di Giorgia Meloni volle metttere per non intestarsi la scelta, ma anche non potendone fare una diversa in mancanza di alternative. Sarà, come probabile, quella verifica nulla più di una formalità, confermando la stima ripetutamente espressa in queste settimane dall'assessore Federico Riboldi nei confronti di Sottile, oppure lo stesso assessore e il suo partito apriranno a altre ipotesi, aprendo però anche un caso dalle conseguenze tutte da scoprire? Nei viaggi romani l'assessore avrà ricevuto "consigli" e "suggerimenti" di cui tenere conto, oppure quella verifica (che in caso negativo dovrà essere più che motivata) resterà solo un segno messo al momento delle trattative tra i partiti, ma in fretta sbiadito? 

Primo colpo andato a segno, intanto, l'arrivo dall’Ires di Angelo Robotto, in passato alla guida dell'Arpa, che va  a dirigere (e rafforzare) l’Ambiente, anche se in discussione ci sarebbe il mantenimento dell’Urbanistica tra i settori in capo a quella direzione. Proprio l’Urbanistica potrebbe diventare una tra le nuove direzioni destinate ad accrescerne il numero come tutto lascia supporre. Nel valzer del mandarino, seppure non essendo una direzione incardinata formalmente in quelle della Regione, entra anche quella lasciata libera proprio da Robotto. Chi andrà a dirigere l’Istituto di ricerca economico-sociale che, poi, è un ente strumentale della Regione stessa? Il posto è importante, di prestigio e, naturalmente ambìto.

Per vedere quanto peserà la politica, le rivendicazioni e gli equilibri all’interno del centrodestra non bisognerà attendere molto. Già si vede, o perlomeno s’intravede, qualche segnale di nervosismo non tanto sul piano, quanto su chi stia lavorandoci pur avendone la piena titolarità e anche la necessaria esperienza. Il fatto che il dossier sia in mano a Gian Luca Vignale, assessore al Personale e dunque la figura con, appunto, i titoli per farlo, sembra non piacere a tutti. Pur con il mandato del governatore e con la pratica maturata nei cinque anni in cui è stato il suo capo di gabinetto, agli occhi di alcuni della maggioranza Vignale resta un esponente di una forza politica, nel caso la lista Cirio Presidente, e questo alimenta se non sospetti, certamente atteggiamenti guardinghi. La posta in gioco, con le nuove direzioni è alta e il valzer del mandarino non è quello del moscerino.

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