Carceri: Torino, "struttura da abbattere e rifare da capo"

Un carcere con 1.500 detenuti a fronte di una capienza massima di 1.100, bisognoso di 200 unità di polizia penitenziaria in più, afflitto da carenze igienico-sanitarie e dall'impossibilità di procedere a normali interventi di manutenzione. Questa la fotografia scattata dalla delegazione di esponenti politici e dell'avvocatura al termine della visita di oggi al complesso del 'Lorusso - Cutugno', alle porte di Torino. E' l'immagine di un carcere che per Nadia Conticelli, consigliere regionale Pd, "andrebbe raso al suolo e rifatto da capo". "La situazione - ha osservato Maria Grazia Grippo, presidente del consiglio comunale nel capoluogo piemontese - è tale da mortificare la buona volontà e l'intraprendenza dell'amministrazione e del personale che ogni giorno si confronta con questi problemi". "Abbiamo percepito con chiarezza - ha aggiunto Grippo - il grande impegno profuso dalla direttrice anche sotto il profilo umano. Gli spazi sono inadeguati e sovraffollati. Tempo fa furono stanziate delle risorse per opere di ristrutturazione, ma serve anche la manutenzione ordinaria". "Per una struttura come questa - ha sottolineato Anna Rossomando (Pd), vicepresidente del Senato - 200 unità in meno sono tante. E' la testimonianza che le 500 che sono state promesse per il 2025/26 con altre 500 per il 2026/27 sono solo acqua fresca. Quanto ai detenuti, c'è grande aspettativa per la liberazione anticipata. Ma attualmente ne escono pochi rispetto a coloro che avrebbero diritto a misure alternative, e su questo fronte sono necessari provvedimenti urgenti". Le condizioni del carcere sono state condensate dall'avvocato Maurizio Basile in una circostanza riferita da un detenuto: "Mi ha detto che d'estate lasciano la loro finestra aperta per via del caldo ma che sono stati costretti ad applicarvi un grosso pezzo di cartone incollato con del dentifricio: il motivo è che bisogna evitare che dal muro sbuchino gli scarafaggi". La visita è stata promossa da Movimento Forense, Nessuno tocchi Caino e Camera penale del Piemonte. La delegazione ha potuto visitare solo una parte del padiglione B (considerato uno dei più tranquilli) e la sezione femminile. Al padiglione è stato impossibile accedere perché erano in corso delle tensioni fra detenuti.

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