FIANCO DESTR

Alessandria, il centrodestra si spacca. "Vendette" sul voto in Provincia

Il sindaco di Acqui Terme Rapetti (ex Forza Italia ed ex Lega) si candida alla guida dell'ente, spianando la strada al centrosinistra. Dietro la decisione, il passo indietro di Riboldi che si sarebbe rimangiato la "promessa" scegliendo al suo posto Benzi

Questa Fratelli d’Italia proprio non se l’aspettava, anche se la candidatura a sorpresa del sindaco di Acqui Terme Danilo Rapetti alla presidenza della Provincia di Alessandria nascerebbe proprio in casa meloniana o per meglio dire in una loro (mala)gestione della faccenda. Quando la partita sembrava ormai definita con il sindaco di Pozzolo Formigaro Domenico Miloscio del Pd in campo per il centrosinistra e il primo cittadino di Quargnento Luigi Benzi di FdI per il centrodestra ecco arrivare l’annuncio di Rapetti, ex Forza Italia, passato poi alla Lega che lascerà a sua volta per essere eletto da indipendente in quello che è, dopo una parentesi di dieci anni, il suo terzo mandato nella città termale .

“Da diverse settimane ho ricevuto attestati di stima trasversali da tanti amministratori di area civica ed in particolare di centro destra. Dopo aver riflettuto a lungo e dopo aver condiviso con la mia maggioranza in consiglio comunale ad Acqui questo percorso – spiega Rapetti in una nota – ho deciso di presentare la mia candidatura alla presidenza della provincia di Alessandria. A breve – aggiunge – inizierò quindi la raccolta firme tra gli amministratori a supporto della mia candidatura”. Non poche firme, visto che ne servono almeno trecento. Un obiettivo che non pare intimorire il sindaco acquese che, sempre nell’annunciare la sua discesa in campo, spiega di essere “convinto che una scelta di amministrazione a stampo civico, senza comunque mai dimenticare il fondamentale apporto e supporto dei partiti politici, possa essere una scelta vincente che vada a beneficio del territorio alessandrino e di tutti gli amministratori dei 187 Comuni della Provincia di Alessandria”. Fin qui l’ufficialità.

Ma per spiegare la decisione che rischia fortemente di mettere in difficoltà il centrodestra e, con l’inevitabile divisione, di spianare la strada alla coalizione guidata dal Partito Democratico bisogna tornare indietro di mesi, quasi di un anno e raccontare quel che sarebbe successo tra Rapetti e il partito che detiene la leadership del centrodestra. A mezza bocca ambienti vicini al sindaco ricordano delle lunghe e concrete interlocuzioni con il “federale” del meloniani per l’Alessandrino, ovvero l’attuale assessore alla Sanità Federico Riboldi all’epoca collega di Rapetti essendo primo cittadino di Casale Monferrato. Ma i ragionamenti e quelle che in politica vengono definite mezze promesse sarebbero arrivate da lui in veste di numero uno dei meloniani mandrogni. Difficile immaginare Rapetti che dopo essere passato da Forza Italia alla Lega per poi uscirne approdasse a FdI, più potabile una proposta ammantata di civismo per portarlo alla candidatura con il viatico fraterno. Tutto pare andare per quel verso fino a quando i rapporti si diradano e Rapetti annusa che l’aria che spira da destra sta cambiando. Non la prende bene.

Poi capisce che nello stesso centrodestra non è che la Lega e Forza Italia abbia stappato bottiglie di spumante alla decisione di candidare il fratello d’Italia Benzi. Non è dato sapere, ma sospettare sì, se chiuse le comunicazioni con il partito di Giorgia Meloni, il primo cittadino di Acqui li abbia aperti con i suoi due precedenti partiti di appartenenza. Magari con alcune parti di essi, ben sapendo che l’offerta di un’alternativa avrebbe potuto risultare allettante, anche solo per dare un segnale ai Fratelli. Ora non resta che attendere le firme e proprio lì, nella capacità di raccoglierne almeno trecento, si vedrà se come probabile quella di Rapetti è tutto fuorché una boutade.

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