SANITÀ

"Senza medico 118 fuori legge".
Partito da Bologna l'esposto 

La prima segnalazione ai Nas contro il protocollo per gli infermieri fatta cinque giorni dopo la delibera. Opera di un sindacalista dello Snami. Chiesto anche l'intervento dell'Ordine nei confronti del direttore sanitario di Azienda Zero

È partito da Bologna il primo esposto contro l’utilizzo degli algoritmi da parte degli infermieri per supplire alla mancanza di medici a bordo delle ambulanze dell’Emergenza 118 in Piemonte, che ha portato alla decisione della Regione di sospendere l’entrata in vigore del protocollo.

Al dettagliato documento inviato anche al comando centrale dei carabinieri del Nas, oltre che all’Ordine dei medici di Torino e a Fnomceo (la Federazione nazionale degli Ordini), sarebbero seguiti ulteriori esposti alla Procura di Torino e di Asti. Porta la data del 24 luglio, meno di un mese dopo il 21 agosto l’assessore alla Sanità Federico Riboldi avrebbe concordato con il presidente Alberto Cirio la sospensione della delibera di Azienda Sanitaria Zero con cui veniva fissata per ottobre l’applicazione del nuovo protocollo, formalmente congelato pochi giorni fa dall’azienda diretta da Adriano Leli.

Ma perché il primo atto formale contro il nuovo sistema che vede l’opposizione dei sindacati dei medici è partito dal capoluogo emiliano? A sottoscriverlo è un medico di emergenza-urgenza, Filippo Sanna, dirigente del sindacato dei camici bianchi Snami, ruolo che tuttavia non viene citato nel documento che, dunque, è stato presentato a titolo personale. Sanna sostiene che la delibera di Azienda Zero dello scorso 19 luglio presenta “questioni che ritengo essere potenzialmente dannose per la salute dei cittadini e la sicurezza professionale dei medici operanti nel servizio di emergenza territoriale 118 del Piemonte”. Parole pesanti, tanto che insieme agli altri esposti che seguiranno e alla dura presa di posizione degli Ordini dei medici di tutte le province piemontesi, porteranno alla sospensione del protocollo e alla decisione da parte di Riboldi di riprendere un mano la questione a partire da metà settembre. 

Come medico e non come sindacalista Sanna segnala il protocollo del Piemonte, ma ciò non toglie che proprio lo Snami e in particolare quello dell’Emilia-Romagna sia in prima linea contro l’utilizzo dei soli infermieri a bordo delle ambulanze con una serie di procedure che prevedono anche la prescrizione medica a distanza di alcuni farmaci. Iniziative analoghe erano già partite dal sindacato dei camici bianchi emiliano-romagnoli rispetto a decisione analoghe a quella del Piemonte assunte in altre regioni. Si spiega quindi anche la celerità con cui è stato inviato l’esposto, appena cinque giorni dopo la delibera di Azienda Zero.

Nella segnalazione si evidenzia, tra l’altro, che “le Asl non possono pretendere che i medici di centrale operativa deleghino telefonicamente atti medici, specialmente in quei sistemi ove il management potrebbe non aver ottemperato al corretto rispetto dei parametri di medicalizzazione territoriale e quindi ove lo stato di necessità sia divenuto una sorta di consuetudine colpevolmente generata dall’incapacità gestionale e programmatoria di regioni e aziende sanitarie”. Ma è soprattutto la questione della prescrizione a distanza di alcuni farmaci, tra cui alcuni stupefacenti, al centro dell’esposto, così come alla base della sospensione “in via cautelativa” decisa dalla Regione. “La prescrizione farmacologica a mezzo telefono costituisce un modello prescrittivo non previsto legalmente e da scoraggiare, come da indicazione, per la prevenzione della morte, coma o grave danno derivati da errori di terapia farmacologica, del ministero della Salute”, afferma ancora l’autore del documento che tra i destinatari, non si sa se per scelta o per distrazione, non contempla la Regione e neppure Azienda Zero, ma si rivolge direttamente ai Nas. 

Sanna sostiene inoltre che “così come progettati, gli algoritmi potrebbero mettere i medici di centrale operativa 118 nella condizione di doversi fidare di soggetti terzi non medici per autorizzare la somministrazione di farmaci, anche a pazienti non instabili e non in pericolo di vita, così da violare il codice deontologico e la legge”. E proprio sulla deontologia si conclude l’esposto con un duro richiamo all’intervento dell’Ordine dei medici circa l’operato del direttore sanitario di Azienda Zero, Alessandro Girardi. Rispetto al suo operato, ovvero alla sottoscrizione della delibera con cui si dava avvio al protocollo basato sugli algoritmi, il collega di Bologna scrive di ritenere che “potrebbe essere anti-deontologico e potenzialmente favorente l’abuso professionale della pratica medica”.  

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