EX VOTO

Provincia, FdI e Pd in campo largo. Alessandria a destra con aiuto dem 

Il candidato del "federale" Riboldi vince sul filo di lana la partita per Palazzo Ghilini. Determinanti i due voti "pesanti" del capoluogo mancati al Pd. Caccia ai franchi tiratori. La travagliata vigilia con il sindaco di Acqui Terme potenziale terzo incomodo

Chiuse le urne, si apre la caccia al franco tiratore. Già, perché se il centrodestra è riuscito a mantenere la presidenza della Provincia di Alessandria, con gran sollievo del “federale” di Fratelli d’Italia Federico Riboldi, regista della travagliata operazione, lo deve a due voti “pesanti” mancati al Pd nel Comune capoluogo. Se i due dem avessero votato per il loro candidato Domenico Miloscio, sarebbe stato lui il nuovo inquilino di Palazzo Ghilini e non il meloniano Luigi Benzi.

Il distacco finale, calcolato sui voti ponderati ovvero sul peso diverso che ha il voto di un consigliere di un piccolo comune rispetto a quello di un ente di maggiori dimensioni, disegna una vittoria della destra sul fil di lana, con 42.314 voti contro 41.940. E così se Riboldi, che in questa partita si giocava qualcosa che assomiglia alla ghirba, è sincero nel ricordare che “partivamo sfavoriti”, nel ringraziare gli elettori, in particolare le centinaia di amministratori dei piccoli Comuni che oggi hanno determinato la vittoria”, evidentemente non può estendere in maniera palese quel grazie proprio a chi, sull’altro fronte, è stato davvero determinante per evitare al centrodestra, ma soprattutto all’assessore regionale alla Sanità una sconfitta con effetti oltre i confini mandrogni.

Un rischio più che sfiorato già nelle teppe di avvicinamento al voto quando nella contesa era entrato il terzo incomodo, Danilo Rapetti, sindaco di Acqui che deluso per le (a suo dire) mancate promesse di una sua candidatura nel centrodestra da parte di Riboldi, aveva preso cappello mettendosi in gioco da solo. Rapetti, poi, non riuscirà a raccogliere le firme necessarie restando escluso dalla competizione, ma non dai giochi, tant’è che nei giorni scorsi si dava per certo il suo appoggio a Benzi, ovvero a Riboldi, in virtù di nuove promesse o ipotesi di un ruolo del primo cittadino acquese in organismi legati alla Regione. Se sarà davvero così lo si vedrà. 

Nel frattempo, resta questa vittoria più che di misura, con la Lega che non può che ricordare come netta fu invece quella che portò all’elezione il suo Enrico Bussalino, oggi assessore regionale all’autonomia. Ma è, soprattutto su quei due franchi tiratori dem che già si sta animando il dibattito, tra ipotesi e congetture. A far negare il voto a Miloscio è stata la speranza di non avere altre figure di rilievo ad oscurare quelle già in carica? O, ancora, sono state servite sul piatto freddo vendette per il recente rimpasto voluto dal sindaco Giorgio Abonante a Palazzo Rosso? E a proposito del sindaco c’è pure chi evoca il tiepido impegno di Fratelli d’Italia al ballottaggio da cui l’uscente primo cittadino leghista Gianfranco Cuttica uscì sconfitto da Abonante.

print_icon