Questo Governo è la nostra scommessa

La formazione del governo si è definita e completata con la nomina dei sottosegretari. Da lunedì il cambiamento dovrà inverarsi nelle scelte e la politica vivrà nella capacità di dare risposte ai bisogni del Paese. In nome degli interessi del Paese abbiamo dato vita ad un nuovo governo, ha trionfato la democrazia parlamentare che, fortunatamente, ha prevalso rispetto alla democrazia balneare. Abbiamo posto fine alla deriva dell’odio salviniano elevato a sistema di governo ma Salvini non è affatto sconfitto. Abbiamo di nuovo la fiducia dell’Europa, e la nostra voce torna ad essere autorevole ed ascoltata, ma non abbiamo ancora imboccato la strada per cambiare l’Europa. Sappiamo che dobbiamo ridisegnare il welfare, avviare politiche di ridistribuzione della ricchezza e realizzare maggiore equità, abbiamo ben presente che l'imperativo deve essere la centralità del lavoro e i diritti ad esso collegati, vediamo la sfida di modificare il sistema fiscale per realizzare più equità ma la soluzione è lontana.

Gli investimenti per far ripartire il Paese saranno la nostra scommessa. Insomma la navigazione è appena iniziata. In questa sfida si ridisegnerà anche l’identità del Pd e la sua capacità di aggregare un fronte più largo e il nostro dibattito è individuare colpe sulla formazione di un elenco di nomi e scelte di persone frutto di equilibri che non sono mai stati nella disponibilità condivisa dei livelli regionali del partito (si veda il caso Toscana) e pensare di emendare le colpe con la richiesta di dimissioni? I pesi specifici ci sono e contano e si vede. Le scelte fatte sono chiare e riconducibili alle personalità del partito, Renzi compreso. Proviamo a riflettere sulle cause e non solo sugli effetti.

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