Torino non svolta con Lo Russo

Caro direttore,
siamo ben oltre la metà del mandato di Stefano Lo Russo ma la svolta per Torino non si vede, anzi. In qualsiasi azienda il cda chiederebbe conto del lavoro svolto. Provo a farlo io.

Domenica su un giornale amico della sinistra, il titolo era: “Torino sempre più povera” e nell’articolo, quasi a confermare la mia analisi che Torino cresce meno della media nazionale, si diceva “in controtendenza rispetto all’Italia” a Torino si registra un incremento di nuovi poveri. Mentre Novara, grazie alla capacità della propria amministrazione comunale e grazie al grande impegno del Ministro Urso, è riuscita ad attrarre una grande azienda che produce chips con la creazione di 1600 nuovi posti di lavoro, a Torino al massimo arriva qualche produzione di film o la tappa del Tour, perché l’arrivo del Centro per la IA collegata al settore auto e mobilità del futuro è merito del Governo. Mentre sono ancora in standby il rilancio delle Fiere, che invece porterebbero un turismo d’affari più ricco, l’unica novità sono i lavori finanziati dal Pnrr ma l’impressione è che l’impatto sul pil di questi lavori non sarà altissimo.

Ora il sindaco si è innamorato dei grandi eventi come il Tour de France o le Atp Finals dimenticando che l’impatto più importante degli eventi è soprattutto la notorietà mentre l’incidenza economica sul totale del pil cittadino è importante ma genera posti di lavoro a tempo parziale, come ben sanno i 2.000 ragazzi impiegati per le Atp Finals.

Proprio oggi lo Studio Ambrosetti su dati Istat e Banca d’Italia dice che in Piemonte l’occupazione generata dal turismo vale il 6,2% del totale mentre la spesa dei turisti stranieri per abitante è pari a 369 euro (14a in Italia) mentre secondo il Sole 24 ore Torino è solo la 10a città italiana per turismo. Ecco perché andava difeso con grande forza il settore auto a Torino, un settore in grande cambiamento con investimenti in ricerca come potete facilmente verificare al Politecnico mentre Lo Russo ha ripetutamente chiesto di puntare sull’auto elettrica e il Pd addirittura ha votato la sciagurata delibera secondo la quale nel 2035 si dovranno produrre solo auto elettriche. Mentre a Torino senza che venisse proclamato alcun sciopero si firmavano accordi per prepensionamenti e ci si accontentava di una Mirafiori fabbrica del riciclo oggi si iniziano a vedere i primi risultati dell’azione del ministro Adolfo Urso. Che utilizzando i soldi del fondo Giorgetti (nato da una mia iniziativa) vuole riportare la produzione di auto nel nostro Paese, scesa lo scorso anno a 460.000, da 1 milione l’anno. Dopo uno scontro acceso tra il Governo e Stellantis, Tavares ha finalmente annunciato l’arrivo a Mirafiori della 500 ibrida mentre il ministro sta cercando un secondo produttore.

Un contributo al rilancio di Torino arriverà sicuramente dagli investimenti nei nuovi ospedali ma ad opera della Regione, come ha annunciato il presidente Alberto Cirio. Zero novità per le periferie, a parte l’arrivo dell’Esercito. I problemi della sicurezza non sono sicuramente diminuiti. L’unica differenza per Barriera è che se ne parla di meno sui giornali ma i problemi rimangono. Palazzo del Lavoro (Nervi) sempre abbandonato al degrado, le scale mobili della metro sono in gran parte ferme. I problemi del cantiere che sta portando la Metro a Cascine Vica sono tanti. La grande lentezza, oltre dieci anni, a definire il progetto della Linea 2 della Metro ha portato al taglio, dolorosissimo, di alcune fermate. Qui per fortuna abbiamo un commissario, l’ing. Dino Chiaia, molto bravo che rimarrà anche quando gli elettori di Torino si convinceranno, tra poco più di 2 anni, a dare una svolta netta alla nostra bellissima ma male amministrata Torino.

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