Grugliasco, primarie di fuoco

I sostenitori di Amarù scavano nella società Le Serre, gestita dall'assessore Montà, candidato ufficiale Pd. Accuse incrociate e minacce di purghe in un partito ben oltre l'orlo di una crisi di nervi

A una settimana dalle primarie di Grugliasco, l’atmosfera tra i candidati, in particolare quelli democratici, s’infiamma. In occasione della visita pastorale del consigliere regionale Mauro Laus, i sostenitori di Salvatore Amarù annunciano fuochi d’artificio negli ultimi giorni di campagna. Sotto la loro lente è finita la società Le Serre, vero braccio armato dell’amministrazione grugliaschese, controllata direttamente da Roberto Montà, il candidato “ufficiale” del Pd, che ne detiene la delega da assessore al Bilancio.

 

Si tratta di una società “in house” costituita nel 1999 con lo scopo di gestire l’omonimo parco culturale sito nel centro cittadino.  Col tempo, però, è diventato un colosso: gestisce il centro civico Nello Farina, il servizio Turismo Sociale, l’Informagiovani, il servizio matrimoni, il punto d’accoglienza e la sala consigliare del Comune e poi i centri estivi e più recentemente ha ottenuto da Palazzo Civico anche la pianificazione dei progetti delle compensazioni ambientali legate all’inceneritore. Un boccone da oltre 7 milioni e mezzo di euro.  E’ dentro questo enorme scatolone che gli avversari di Montà stanno scartabellando alla ricerca di atti e documenti compromettenti.

 

I calici levati dei tre candidati democratici, alla presenza della segretaria provinciale del Pd Paola Bragantini, sono ormai un ricordo. Così come la promessa di una campagna all’insegna della correttezza reciproca e della sobrietà. «Sobrietà? Quelli che la professavano ora campeggiano con il loro faccione sulle vele alle porte della città» dice Vincenzo Porcelli, consigliere comunale eletto nelle fila dei Comunisti italiani. Nel partito l’atmosfera è del tutti contro tutti. E le primarie potrebbero non rappresentare l’epilogo definitivo della corsa alla ricerca del candidato sindaco a Grugliasco, dove oltre a Montà, Amarù e Luigi Montiglio, del Pd, è in corsa anche il dipietrista Marco D’Acri. La vittoria dell’attuale capogruppo, in particolare, potrebbe causare il big bang in un partito in gran parte compatto su Montà, che mal digerirebbe un risultato sfavorevole dai seggi.

 

L’atmosfera è pesa, tanto che un parlamentare attento a quanto accade sul territorio, come Stefano Esposito afferma: «Spero di sbagliarmi, ma avevo preconizzato la situazione verso la quale stiamo andando. Il partito grugliaschese ha respinto la mia lettera in cui paventavo questi rischi. Ora staremo a vedere».

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