Stampubblica targata Fiat
08:00 Mercoledì 12 Ottobre 2016 0Sulla carta comanda De Benedetti, ma nelle strategie aziendali e giornalistiche cresce il peso degli Agnelli-Elkann. Entro l'anno il "cuore" delle testate locali Finegil verrebbe trapiantato a Torino. In via Lugaro anche la redazione locale del giornale romano
E se Stampubblica, alla fine, tornasse ad essere una affare di Famiglia? Nell’attesa di scoprire, magari nel giro di qualche anno o pure meno, se la passione per l’editoria di John Elkann potrà a ribaltare gli attuali assetti stabiliti nella fusione per incorporazione di Itedi nel Gruppo Espresso (magari facendo leva sulla scarsa attrattiva esercitata dalle rotative su Rodolfo De Benedetti, primogenito dell’Ingegnere) a Torino si preparano le stanze e a Roma gli scatoloni. Il trasloco del desk Finegil, la redazione che confeziona le pagine nazionali per i giornali regionali e provinciali del gruppo è dato per imminente: entro la fine dell’anno lascerebbe l’attuale collocazione romana di largo Fochetti per trasferirsi negli ampi spazi (in buona parte ancora sottoutilizzati) di via Lugaro, sede della Stampa. La
cui coabitazione con una parte strategica dell’attività del gruppo Espresso sarebbe solo un breve preludio a un altro trasloco, sempre nella palazzina del quartiere Nizza: quello della redazione torinese del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari e diretto, da un po’ di mesi, da Mario Calabresi dopo sei anni al timone del giornale della famiglia Agnelli.
Quello che a prima vista può essere visto come un anschluss da parte di De Benedetti nei confronti della Stampa, con tanto di sbarco di una testa di ponte in riva al Po, in una prospettiva che ad oggi nessuno può escludere con certezza potrebbe in realtà preludere a un non improbabile ritorno in grande stile degli Agnelli nel mondo dell’editoria, confermando la passione per l’informazione del giovane Elkann coltivata fin dai tempi dell’università, quando si trovò a dirigere il foglio studentesco del Politecnico. E così quell’operazione che, a prima vista, sembrava prelude a un progressivo disimpegno degli eredi dell’Avvocato, sarebbe solo il primo step di un piano dai tempi medio-lunghi. Una strategia corroborata dalla recente uscita dal Corriere della Sera. Un disegno studiato nei dettagli, rispettando la storia e gli attuali attori.
Che il De Benedetti, con la maggior dose di passione per la carta stampata, sia l’attuale patriarca è fuor di dubbio. Che quella passione, con la stessa intensità, l’abbia tramandata ai figli è, per contro, meno facile da attestare. Non meno rilevanti, ad oggi, nelle grandi manovre e nei conseguenti spostamenti logistici e strategici delle attività, paiono le tensioni e le difficoltà che la nascita di Stampubblica, con l’aggiunta dello storico quotidiano genovese Il Secolo XIX, ormai costola dolorante del giornale diretto da Maurizio Molinari, stanno creando sia sul fronte della concentrazione, sia su quello sindacale sempre più in ebollizione.
Nei giorni scorsi la decisione da parte del gruppo L’Espresso di cedere alcune testate locali di peso sui rispettivi territori ha fatto accendere parecchi campanelli d’allarme. Dalla Sardegna al Trentino passando dal Veneto all’Emilia e per molte altre regioni dove le testate sono diffuse, viene chiesta maggiore chiarezza sul futuro assetto di Finegil e sulle garanzie (finanziarie, di prospettiva ed editoriali) dei potenziali futuri acquirenti. Immancabili gli scioperi. In alcuni casi sono arrivate anche le immancabili interrogazioni parlamentari.
Ma più di queste sono altri interrogativi a circondare il sommovimento che continua dopo la fusione dei mesi scorsi, seguita a ruota (e parlando della Famiglia, non suona neppure male) all’altro matrimonio: quello della Stampa con il Secolo XIX. Oddio, più che la marcia nuziale per il quotidiano genovese, pare essere suonato in de profundis: quello che per oltre un secolo è stato Il giornale di Genova e della Liguria, oggi vive e dimostra tutta la sua dipendenza e subalternità alla testata torinese, dove peraltro sono ormai concentrate tutte le attività amministrative e da cui partono direttive e pure qualche siluro. Come quello che alcuni mesi fa ha portato all’abbandono della plancia di comando in piazza Piccapietra (centro storico del capoluogo) da parte di Alessandro Cassinis.
Tra pochi mesi, pare non più di un paio, a Torino arriverà quel settore di Finegil che si occupa della pagine nazionali dei quotidiani del gruppo. Tra i rumors che all’epoca accompagnarono la nascita di Stampubblica ce n’era uno che raccontava (uno dei) propositi dell’Ingegnere: convincere Elkann ad entrare anche con una quota di minoranza per evitare l’antitrust, finché non si troverà il modo di scorporare i giornali locali (Finegil) e, poi, quando l’oggi ottantunenne Ingegnere deciderà di tirare i remi in barca, sarà la volta del giovane ingegnere, Jaki. Molti di quei passaggi sono già avvenuti. Nel frattempo in via Lugaro si preparano le stanze. Come quando cresce la Famiglia.