Scontro sul tesoretto della Zarina
07:00 Venerdì 10 Febbraio 2012Che fine hanno fatto i 500 mila euro di rimborsi elettorali ottenuti dalla sua lista civica tra il 2005 e il 2010? Turigliatto, ex consigliere regionale di Insieme per Bresso, chiede lumi direttamente a Fini
Che fine ha fatto il tesoretto della zarina? Chi lo ha riscosso? E, soprattutto, in virtù di quali spese sostenute? Se lo chiede l’ex consigliere regionale della lista “Insieme per Bresso” Mariano Turigliatto (foto sotto) che a distanza di alcuni anni ha deciso di vederci chiaro sui 553.641,65 euro di rimborsi elettorali ottenuti dall’associazione che fa riferimento alla lista personale dell’ex presidente presentata alle regionali del 2005. «Ho chiesto in ogni modo conto di quella somma, ottenendo fiumi di rassicurazioni, ma mai un documento» spiega Turigliatto che di quei soldi non ha visto neanche un centesimo «e non ne voglio, la mia azione è volta a far chiarezza».
Con una missiva datata 1 marzo 2010 – proprio alla vigilia delle elezioni - scrive direttamente alla governatrice per avanzare ancora una volta le proprie rimostranze «ma fu l’ennesimo buco nell’acqua». Di qui l’ennesimo atto formale: questa volta con una missiva inviata direttamente al presidente della Camera Gianfranco Fini, l’organo deputato al vaglio delle rendicontazioni, richiedendo l’accesso alla documentazione prodotta per la riscossione del rimborso.
Un caso che ripropone il dibattito legato ai rimborsi elettorali, alle rendicontazioni e all’uso dei quattrini ottenuti dallo Stato. Proprio nei giorni in cui il caso Lusi campeggia su tutti i quotidiani italiani e in cui stanno emergendo dei buchi anche nelle casse della Fondazione legata all’ex Alleanza Nazionale, contesa tra futuristi finiani ed ex colonnelli ormai berlusconiani. Il raffronto col tesoretto di Mercedes Bresso sarebbe ingeneroso, ma intanto è la testimonianza di come anche nelle migliori famiglie i divorzi colpiscono, dopo il cuore, soprattutto le casse dei contendenti. Il rapporto tra Bresso e Turigliatto iniziò a incrinarsi proprio sul finire della legislatura, tanto da non confermarlo, nel 2010 all’interno della sua lista (secondo molti in realtà fu soprattutto Andrea Bairati a non volerlo per paura del suo potenziale elettorale, salvo poi essere comunque surclassato da Andrea Stara).
Dal canto suo, la zarina – contattata dallo Spiffero, mentre si trova a Bruxelles - affetta serenità: «Le rendicontazioni sono state inviate all’ufficio competente, se Turigliatto ne avesse fatto richiesta, gliele avremmo fornite – spiega -. Comunque posso dire che si tratta di risorse spese per iniziative elettorali, corsi sulle donne elette e contribuzione ai costi sostenuti dalla candidata presidente, come le altre liste che mi sostenevano. Tutto regolare e trasparente».