DIRITTI & ROVESCI

Stop al bus anti gender

Il Comune di Torino nega la sosta al pullman arancione che promuove la compagna in difesa della famiglia tradizionale e contro la "colonizzazione ideologica che confonde l'identità sessuale". Accuse di omofobia. Malan (FI): "Grave censura"

Gli organizzatori parlano di “censura”, Palazzo Civico si aggrappa a motivazioni burocratiche. Fatto sta che questo pomeriggio il Comune di Torino ha revocato il permesso di occupazione del suolo pubblico al Bus delle Libertà, una iniziativa dell’associazione Generazione Famiglia per contrastare la diffusione dell’ideologia gender nelle scuole. “Non confondete l’identità sessuale dei bambini” è la scritta che campeggia sul pullman turistico che domani alle 11 avrebbe dovuto far tappa al Rondò Rivella. «La decisione – fa sapere l’assessore alle Pari Opportunità del Comune Alessandro Giusta –  è stata assunta poiché gli organizzatori dell’evento hanno inviato agli uffici una richiesta con informazioni errate: una domanda a nome di CitizenGo per una manifestazione dedicata alla “sensibilizzazione sulla salute psicofisica dei bambini”, mentre l’obiettivo da loro dichiarato, anche attraverso organi di stampa, sarebbe quello di  denunciare la nuova ondata di una fantomatica “colonizzazione ideologica”, al pari del nazismo e del comunismo». Inoltre, si precisa da Palazzo Civico, «La revoca del permesso, che peraltro non è nemmeno stato ritirato nei tempi prescritti dalla normativa, risponde a quanto richiesto dalla mozione del Consiglio comunale, che impegna la Giunta a non concedere spazi a organizzazioni omofobiche e transfobiche».

Non sfugge, però, il risvolto politico della querelle, essendo Giusta l’ex numero uno dell’Arcigay di Torino e quindi sulla sponda opposta rispetto agli organizzatori dell’iniziativa. E infatti non tarda ad arrivare la reazione del senatore Lucio Malan, di Forza Italia, secondo il quale «la giunta M5s che governa Torino ha deciso di censurare il Bus della Libertà per il contenuto del messaggio che voleva diffondere. L’autorizzazione era già stata concessa e addirittura pagata dagli organizzatori ma, ora, qualche bigotto del politicamente corretto trova scandaloso e inaccettabile il messaggio che il bus porta per l’Italia». Per Malan si tratta di «un atto molto grave, che indica il concetto di libertà che hanno i seguaci dei guru Casaleggio e Grillo. Credo ci sia materia per chiedere una valutazione della magistratura. L’interesse privato, sia pure ideologico, non può entrare nel governo di una città e non può violare i diritti costituzionali dei cittadini».

I promotori annunciano “disobbedienza civile” e confermano l'appuntamento con tanto di diretta Facebook. “L’amministrazione di Torino si conferma governata dall’ideologia Lgbt nemica del libero pensiero” commenta Filippo Savarese, direttore delle campagne di CitizenGO Italia, che aggiunge: “se saremo multati sarà il prezzo che i liberi cittadini devono pagare per la libertà di espressione dove comanda il pensiero unico”. Per Savarese sono “assurde le motivazioni che avrebbero portato a tale revoca. Si afferma - dice - che l’informazione agli uffici comunali avrebbe mascherato lo scopo del Bus che avrebbe invece contenuti fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti. Ma il Bus della Libertà - ribatte - ha esattamente lo scopo dichiarato, sensibilizzare i cittadini sui danni dell’ideologia gender diffusa nelle scuole e rivendicare il diritto dei genitori di educare liberamente i loro figli”. Per Savarese “definire omofobo il diritto alla priorità educativa della famiglia è assurdo e liberticida e dimostra come, dietro l’apparente impegno contro la discriminazione, si annidi l’intenzione di ridurre al silenzio le voci dissonanti con quella della lobby Lgbt di cui si nega l’esistenza ma di cui si prova ogni giorno l’ostilità da parte dei suoi esponenti”.

print_icon