GRANDI EVENTI

Olimpiadi, Chiamparino vuole "garanzie" e il dossier

La Regione si schiera con i comuni montani e per evitare lo stravolgimento del documento da inviare a Coni e Governo chiede di poterlo esaminare nella sua versione definitiva

Proprio lui, il sindaco di Torino 2006, tra i principali protagonisti di quell’evento che a distanza di vent’anni si vuole replicare, oggi quasi costretto a rincorrere notizie e interlocutori. Sergio Chiamparino ha avuto (fin troppo) riguardo per Chiara Appendino, succedutasi su quella poltrona al piano nobile di Palazzo civico, limitandosi a giocare di sponda in nome di quella “concordia istituzionale” che sui Giochi invernali venne stipulata tra istituzioni di diverso (e, spesso, opposto) colore politico. Ha evitato di mettere becco nello psicodramma interno alla maggioranza, rispettoso del travaglio di un movimento che da posizioni pregiudizialmente contrarie deve fare i conti della mutata condizione di essere forza di governo. Ha soltanto alzato un po’ la voce chiedendo al sottosegretario Giancarlo Giorgetti, delegato del Governo per lo Sport e plenipotenziario della Lega salviniana, di essere ricevuto - al pari dei tanti interlocutori che in queste settimane si ritengono titolati a intervenire sulla questione - rivendicando la corvée del decennio trascorso alla guida dell’amministrazione civica nonché (e non è proprio un dettaglio) l’attuale ruolo di essere presidente della Regione candidata a ospitare le Olimpiadi.

Ora, di fronte alla possibilità di stravolgimenti nel dossier olimpico redatto dall’architetto Alberto Sasso e al vaglio della maggioranza grillina di Torino, Chiamparino vuole vederci chiaro e chiede formalmente a Palazzo Civico di poterlo esaminare nella sua versione definitiva “prima della formalizzazione del 3 luglio, in modo da poter dare il nostro contributo al testo”. Da una parte, dunque, il governatore è sceso formalmente in campo per sostenere la candidatura di Torino all’organizzazione delle Olimpiadi del 2026 e il 4 luglio sarà a Roma in un incontro con Giorgetti per perorare la causa, dall’altro, però, ora vuole assicurarsi che il documento conclusivo non presenti “parti che potrebbero risultare a nostro giudizio contraddittorie con l’obiettivo stesso della candidatura”. Insomma, vuole l’ultima parola “per meglio coordinare le varie iniziative di sostegno al dossier in modo da garantire la massima coesione istituzionale di tutto il territorio regionale”. Una presa di posizione che da un lato offre a Appendino una sponda nella complessa trattativa con la sua maggioranza, dall’altra complica ulteriormente le cose, visti anche i tempi strettissimi per chiudere e soprattutto quel che pensano molti esponenti grillini dell'esperienza di Torino 2006.

Da ieri, infatti, i consiglieri pentastellata hanno messo nero su bianco i “paletti” o meglio i “pilastri” su cui l’evento a Cinque Cerchi dovrà poggiare per avere il via libera di tutto il gruppo: dalla difesa dell’ambiente, attraverso la messa a bando della plastica, alla mobilità ecologica con l’utilizzo di auto elettriche per gli spostamenti di atleti e delegazioni, passando naturalmente per la sostenibilità economica (al grido “mai più debiti” per gli enti locali coinvolti). C’è pure chi vorrebbe modificare alcuni siti di gare e manifestazioni, a partire dal Valentino, dove il dossier prevede di svolgere le competizioni di sci di fondo. Insomma, per Chiamparino il rischio è che il documento venga stravolto al punto da diventare indigeribile per Governo e Coni, oltreché per gli stessi Comuni olimpici, i quali, dopo aver finanziato la consulenza di Sasso con 50mila euro, sono da giorni sul chi va là. Oggi è prevista una sintesi tra le istanze portate avanti dall’ala dura della maggioranza e Chiara Appendino, che può contare su un pugno di sei o sette eletti pronti a sostenere la candidatura con un atteggiamento più pragmatico e meno ideologico. Tutti gli altri vanno convinti.  

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