GLORIE NOSTRANE

Oggi sì, domani no: Tav(anate) del ministro Fregoli-Toninelli

Dichiarazioni contraddittorie, ambigue e fumose. Così il titolare delle Infrastrutture rasenta il ridicolo pur di blandire i pasdaran e prendere (ancora) tempo. Con Appendino a fare da spalla. Esposito lo infilza: "Non sa di cosa parla, fa minacce da guappo"

Nel ’74 il piccolo Danilo non riusciva ancora a pedalare sul triciclo avendo da poco preso a gattonare, ma di quell’anno deve aver conservato nella memoria, a testimonianza dei Trasporti nel suo destino, le targhe alterne per arginare gli effetti della crisi petrolifera, facendone quarant’anni dopo il suo schema di azione-esternazione sul Tav: il lunedì sono favorevole, il martedì contrario.

Toninelli oggi dichiara che il Tav si realizzerà che deve solo essere migliorato. Vi avevo detto che non ci capisce niente. Tra qualche giorno farà una dichiarazione di segno opposto”. Ma stavolta Stefano Esposito ha toppato, sbagliando la previsione. Già perché non sono neppure passate ventiquattr’ore dal tweet dell’ex senatore del Pd, altro che “tra qualche giorno”, e il ministro delle Infrastrutture che dice? “Nessuno deve azzardarsi a firmare nulla ai fini dell'avanzamento dell'opera. Lo considereremmo come un atto ostile” avverte con tono minaccioso, cercando di spiegare oggi – forse, invano, a se stesso, cioè al Toninelli di ieri – che “rifarsi al Contratto di governo significa voler ridiscutere integralmente l'infrastruttura in applicazione dell'accordo con la Francia. Senza preclusioni ideologiche, ma senza subire il ricatto che ci piove in testa e che scaturisce dalle scandalose scelte precedenti”.

Oggi è il 24, pari: viaggia il ministro No-Tav, il quale “dopo aver detto ieri una cosa sensata, segnando il tempo giusto come fa due volte al giorno anche un orologio guasto, oggi – osserva Esposito - probabilmente richiamato all’ordine dalla Frediani (Francesca, consigliera regionale del M5s ieri a dir poco adirata per l’apertura del ministro, ndr) è stato costretto a partire con la solita solfa”. Duello a distanza quello dell’ex vicepresidente della commissione Trasporti di Palazzo Madama, con il successore di Graziano Delrio al ministero di Porta Pia. Quelli diretti, in tivù, sono ancora recenti a testimoniare quel che Esposito adesso ribadisce, girando il coltello nella piaga come fosse burro: “Toninelli non sa di cosa parla, non ha ancora capito la differenza tra Torino-Lione e Terzo Valico. Ma si capisce anche la ragione:  studia il documento che gli ha passato la nostra valente sindaca, a sua volta prodotto da un meteorologo, due agronomi e forse un geometra. Per forza che il ministro si trova come quegli studenti che aprivano il Bignami di storia per l’interrogazione di chimica”.

Nel lungo post odierno dichiara che "su molte infrastrutture mi son trovato a mettere le mani in un verminaio di sprechi, connivenze corruttive, appalti pilotati, varianti in corso d’opera che hanno fatto esplodere i costi negli anni": parole che hanno immediatamente provocato la levata di schudi delle forze politiche. "Invece di accusare come arma di distrazione di massa, prenda qualche decisione utile al Paese: mentre lui pensa al da farsi e gioca alla propaganda, i cantieri sono fermi, il Paese rimane bloccato e le ditte falliscono", afferma Davide Gariglio (Pd) con altri colleghi invitando il ministro a recarsi dai magistrati a confermare le sue accuse. Non meno tenero il portavoce di Forza Italia Giorgio Mulè che prova "rabbia e disgusto" di fronte all'attaggiamento ondivago di Toninelli: "Dopo essersi lanciato in una personalissima rilettura storica propria di guarda indietro ed è incapace di governare, il ministro finalmente si toglie la maschera e dichiara quello che Forza Italia ripete da tempo: di concludere l’opera i 5Stelle non hanno alcuna volontà. Nel loro magico mondo in cui il parlamento non esiste e i loro deputati vanno a vela piuttosto che lavorare, i 5 stelle vogliono riportare il Paese all’età della pietra. E nel frattempo, mentre il mondo ride di noi, assistono i no Tav che tirano un po' di pietre a poliziotti e carabinieri senza avere la decenza di spendere una parola di solidarietà nei loro confronti. Sì, rabbia e disgusto sono le parole giuste per Toninelli". 

Da parte sua Esposito che a scuola dev’essere stato uno di quelli che centravano con la bic modificata in cerbottana la nuca di quello del primo banco sparando dall’ultimo, non manca il bersaglio nemmeno stavolta, neppure se sono due: “Chiara Appendino è un’attrice straordinaria, sa cambiare maschera a seconda dell’interlocutore che ha davanti”, una per gli industriali, una per i pasdaran della Valsusa, una per Sergio Chiamparino, l’altra per i centri sociali e via così, altro che Fregoli. “Ma – come ricorda Esposito – se di questo ci ridiamo su per qualche minuto, la questione è terribilmente seria. E siamo nelle mani della sindaca e del ministro”. Di quest’ultimo preconizza altri cambiamenti di rotta, ma ne sottolinea anche il nervosismo. Quando dice “nessuno proceda” mostra di non essersi accorto che, invece, tutti procedono serenamente indipendentemente da lui: i francesi scavano e Telt che è società italo-francese va avanti con gli appalti”. Poi la messa all’angolo, come nei faccia a faccia in televisione: “Invece di fare minacce da guappo, se Toninelli pensa che bisogna fermare tutto e se ha gli strumenti per farlo, lo faccia. Porti il provvedimento nelle commissioni competenti e poi al voto del Parlamento e se ne assuma la responsabilità. E la smetta di ululare alla luna”. Per vedere di nuovo quella piena deve aspettare un mese. Troppo per il ministro SiTav, NoTav a giorni alterni.

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