POTERE & POLTRONE

Compagnia, la spunta Anfossi

Profumo non riesce a imporre Firpo e manda all'aria la procedura di selezione del segretario generale. Per effetto domino cadono tutte le altre candidature sponsorizzate e prevale la soluzione interna. Non una bella figura, diciamo

Dopo aver guardato per mesi a di fuori, la Compagnia di San Paolo ha trovato al suo interno il nuovo segretario generale. A prendere l’ambitissimo posto di Piero Gastaldo sarà, infatti Alberto Anfossi, 40 anni, attuale direttore dello Sviluppo del territorio, uno dei gangli nevralgici della fondazione di corso Vittorio Emanuele. La decisione è stata assunta stamane dal Comitato di gestione della Compagnia, scompaginando previsioni e smentendo previsioni dell’inevitabile e lungo totonomine in cui sono stati dati, nelle ultime settimane, per favoriti altri nomi: quelli di Paolo Bertolino, direttore di Unioncamere Piemonte, di Massimo De Andreis, da anni direttore generale del Centro Studi per il Mezzogiorno (“ereditato” da Intesa Sanpaolo all’epoca dell’incorporazione del Banco di Napoli) e di Pietro Garibaldi, 50 anni, economista, direttore del Collegio Carlo Alberto. Oltre al favorito di Francesco Profumo, l'alto dirigente del Mise, Stefano Firpo, che fino all'ultimo ha tentato di imporre a costo di ingaggiare un estenuante braccio di ferro con le due donne del board: la vicepresidente Licia Mattioli e la consigliera Anna Maria Poggi.

Proprio la difficoltà a trovare una quadra tra le diverse istanze, più o meno emerse con decisione all’interno del comitato di gestione, avrebbero portato quest’ultimo alla scelta di Anfossi. Una ipotesi che, peraltro, aveva iniziato a farsi largo negli ultimi giorni. Laureato con lode in fisica, esperienze professionali nell’ambito della ricerca al Politecnico (di cui, va ricordato, Profumo è stato rettore), pubblicazioni a livello internazionale, poi il passaggio alla Compagnia. Cinque anni fa Anfossi lascia l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di cui è responsabile per la rete Scientific Officers e approda in corso Vittorio Emanuele per dirigere l’area found raising. Il suo non è tra i nomi che circolano quando, dopo l’annuncio di Gastaldo della sua conclusione del quindicennio alla segreteria generale, si apre lo scouting. Che, paradossalmente alla luce dell’esito finale, non guarda tra le figure di spicco della Compagnia, ma fuori di essa. Tanto da affidare a una società di cacciatori di teste, la Key2People, l’incarico di vagliare i candidati che hanno presentato i loro curricula.

Una selezione in più fasi, con successive scremature e, addirittura, un ulteriore esame per restringere la rosa da indicare al board. Un procedimento che sarebbe apparso logico nel caso non si fosse trovato in un precedente scouting la figura adeguata all’interno della fondazione e non viceversa come accaduto. Intanto Profumo, che nelle ultime settimane stringerà un asse con il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, rimane su Firpo e quando il nome sembra ormai sfumare il presidente pare disposto a ripiegare su De Andreis. I veti incrociati si fanno più forti nei giorni che preludono alla data delle nomina, posticipata ad oggi dopo un ennesimo nulla di fatto. E’ a quel punto che incominciano a girare con insistenza i nomi di due alti dirigenti della Compagnia: quello di Carla Patrizia Ferrari e quello dello stesso Anfossi.

Una soluzione, quella che oggi ha concluso una lunga e complicata vicenda, che al netto delle qualità del nuovo grand commis non vede uscire benissimo, diciamo, una tra le più importanti fondazioni ex bancarie a livello europeo. Oltre al già citato percorso per le selezione da cui sembra emergere una qualche confusione nella successione logica delle tappe, sono anche e soprattutto quei veti all’interno del comitato che finiranno per dare un’immagine di un board sfilacciato. Il che non giova affatto all’immagine della Compagnia. Così come non può non pesare il fatto che quella selezione e il bando precedente ha portato a mettere sul tavolo una grossa fetta dell’elite professionale ed accademica della città, vistasi poi messa del tutto in un angolo da chi ha preferito (o è stato costretto a fare) una scelta, facilmente operabile senza tutto quel che c’è stato e di cui resterà comunque il segno.

Non solo. Sembra certo che il nome di Anfossi, sia stato fatto ieri da Profumo a Sergio Chiamparino e Chiara Appendino. Una cortesia dovuta, ma il risultato non pare sia stato quello atteso: sia dal presidente della Regione, sia dalla sindaca sarebbe arrivato più di un’alzata di sopracciglio, non certo sulla persona, ma sulla procedura in sé. Tanto più, come fanno osservare fonti vicine a Palazzo Civico e piazza Castello, per la Compagnia si profila un futuro assai ravvicinato che la vedrà impegnata in passaggi importanti. Uno riguarderà il peso all’interno della banca che il prossimo anno dovrà decidere se riconfermare alla presidenza Gian Maria Gros-Pietro oppure scegliere un suo successore. L’altro passaggio sarà quello del polo assicurativo di Intesa Sanpaolo. Non meno rilevante, la successione a Giuseppe Guzzetti nella guida di Acri. Tra i papabili alla presidenza dell’associazione della fondazioni ex bancarie e delle casse di risparmio c’è proprio Profumo. Ma la conduzione della partita e l’esito finale per dare un nuovo segretario generale alla Compagnia difficilmente potrà essere per lui un atout.   

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