Revisore? Condannato per truffa

La Regione nomina nel collegio sindacale di una controllata un professionista dichiarato colpevole di gravi reati ai danni dell’ente. Una brutta storia di corsi di formazione “fantasma”

Mentre la giunta pensa di istituire niente meno che un “Comitato di alta sorveglianza” per vigilare sulla gestione gli appalti da parte della sua società di committenza (Scr), emergono nuove falle nelle procedure di selezione degli organismi di controllo da parte dell’amministrazione regionale. Il caso più clamoroso è proprio di questi giorni e riguarda la nomina del collegio sindacale alla Terme di Acqui Spa, di cui la Regione Piemonte detiene un solido pacchetto di maggioranza (79,90% delle azioni).

 

Al termine della gara istituita da Finpiemonte Partecipazioni è stato designato Paolo Bruno, classe 1959, di professione dottore commercialista con avviato studio nella cittadina termale di cui è stato in passato assessore alle Finanze. A prima vista un candidato dai requisiti ineccepibili se non fosse che lo stesso Bruno è stato condannato per truffa aggravata, e proprio ai danni della Regione. Il professionista, infatti, è incappato in una brutta vicenda di corsi di formazione professionale “fantasma” finanziati dalla Regione. Nel 2010 gli è stata inflitta una pena di 6 mesi: il giudice Marozzo ha infatti rilevato gravi irregolarità per corsi mai svolti oppure frequentati da un numero di allievi inferiore a quello dichiarato. Va da sé che se i corsi erano “fantasma”, assai reali sono stati i soldi, parecchie migliaia di euro, arrivati dalle casse della Regione.

 

Di fronte a questa sentenza che, seppur di primo grado, getta un’ombra sul profilo del candidato, la Regione che fa? Lo nomina in sua rappresentanza nell’organo di controllo di una sua società. Una designazione che, a giudicare dal curriculum politico di Bruno – tra i primi esponenti di Forza Italia – e dalla sua provenienza geografica (Acqui, nell’Alessandrino), deve aver ottenuto l’imprimatur di qualche maggiorente del centrodestra locale. Magari di qualcuno che ora siede nell’esecutivo regionale. Varrebbe la pena di chiedere lumi all’assessore agli Affari legali se non rispondesse al nome di Ugo Cavallera, da molti indicato come il principale sponsor della nomina in questione.

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