GRANDI OPERE

Sì alla Tav per non finire su un binario morto

Il Piemonte del fare si schiera compatto in difesa dell'opera. Per industriali e costruttori bloccare la Torino-Lione è "irresponsabile" e "devastante". E la deputata Porchietto (Forza Italia) lancia l'idea di una class action contro il ministro Toninelli

Fermare i lavori per la Tav è una richiesta irrituale, irresponsabile e illegittima. Lo affermano le forze economiche piemontesi - industriali e costruttori edili - che hanno convocato una conferenza stampa per chiedere che i lavori vadano avanti. Un fronte unito che chiede al governo di non isolare il Piemonte. “Fermare l’opera significa rendere inutile l’intero Corridoio Mediterraneo, condannare il Piemonte al trasporto esclusivo su gomma, tenersi una linea ferroviaria di oltre 150 anni fa”, ha detto il presidente di Confindustria Piemonte, Fabio Ravanelli.

“Siamo molto preoccupati, è in gioco il futuro delle aziende e dei nostri figli. Torino potrebbe diventare un binario morto” ha aggiunto Dario Gallina, presidente degli industriali torinesi. Per il presidente del Collegio Costruttori di Torino, Antonio Mattio “questi continui cambi di rotta, che si aggiungimi alle incertezze dell’agenda politica, rendono evidente la mancanza di una visione strategica di lungo periodo sia degli amministratori locali sia del governo centrale. Rinunciare alla Tav sarebbe un atto miope devastante”.

L’alta velocità segna di fatto un solco anche tra l’amministrazione pentastellata torinese e il mondo produttivo cittadino, che finora ha sempre sostenuto Chiara Appendino. “Assurdo che un sindaco vada a Roma con un dossier anti Tav, è allucinante – sbotta Chiara Borio, vicepresidente di Ance Piemonte -.. Non possiamo permetterci che il populismo estremo blocchi un'opera fondamentale per il Paese”.

Per capire la portata di quest’opera basti tenere conto che grazie all’alta velocità, un treno percorre la distanza tra Londra e Lione (950 chilometri) in 4 ore e 46 minuti. Poi ne sono necessarie più di cinque per raggiungere Torino da Lione, nonostante i chilometri siano appena 312 (un terzo). Mentre l'Europa viaggia a oltre 200 chilometri orari, l'Italia rischia di restare ferma a 60 chilometri l'ora. Forse è per questo che le merci non passano più dalla linea che più che storica può essere considerata preistorica visti i suoi 150 anni d’età.

Con la minaccia del ministro Toninelli di bloccare l’opera è cresciuto anche il livello dello scontro politico. All’iniziativa dell’Unione Industriale anche tanti deputati e senatori torinesi. E mentre Sergio Chiamparino, da Roma dove si trova assieme a Chiara Appendino per per perorare la candidatura di Torino alle Olimpiadi, rilancia il referendum, la parlamentare azzurra Claudia Porchietto che rilancia l’idea di una “class action” perché “i piemontesi hanno il diritto di chiedere i danni al ministro Toninelli”. “Pensavamo che fosse ignoranza, ma questa è colpa grave - aggiunge -. Messaggi via facebook e twitter sono molto pericolosi. Parlano di infiltrazioni mafiose, costi che lievitano mettono in cattiva luce il territorio”. “È vergognoso che un ministro riceva esperti No Tav e non abbia il tempo di incontrare il commissario di governo” sostiene il deputato Pd Davide Gariglio ricordando che giovedì è prevista l'audizione di Toninelli alla Camera. “Ne comunicheremo l’esito” promette.   

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