VERSO IL 2019

Salvini al bivio delle alleanze

Il leader della Lega domenica in Piemonte alla festa "nazionale". Primo appuntamento per delineare una strategia in vista delle elezioni regionali del 2019. Centrodestra in fibrillazione, voci di un esperimento giallo-verde

Se alla fine i fatti daranno ragione al governatore della Liguria Giovanni Toti il quale sostiene che “non si rompe un’alleanza per una poltrona” e il centrodestra assorbirà anche il contraccolpo del voto contrario di Forza Italia al presidente della Rai indicato dal governo, il rischio di veder proporre ai piemontesi un contratto Lega-M5S si farà assai meno probabile.

Certamente meno di quanto non sia apparso ieri, quando la tensione tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi era arrivata a superare ampiamente il livello di guardia. Non che sia scesa di molto oggi, ma dopo le interviste rilasciate dal Cav in cui egli preconizza che l’alleanza di governo già in affanno presto andrà in pezzi e avverte Salvini: “O la Lega abbandona questo governo o gli elettori abbandoneranno la Lega", la frattura sembra non essersi, almeno, allargata.

Una riedizione del Patto del Nazareno, da alcuni preconizzata, almeno in chiave anti sovranista “potrebbe essere possibile solo in una condizione di emergenza democratica dalla quale, nonostante i grillini, siamo fortunatamente ancora molto lontani. Ho sempre apprezzato il senso di responsabilità e l'equilibrio di Gentiloni – ha spiegato il leader di Forza Italia - ma le differenze fra noi e loro rimangono molto profonde. Non ho combattuto un governo di sinistra per arrivare ad allearmi con un'altra sinistra”.

E queste nuove alleanze finirebbero per poter avere come banco di prova o, logica conseguenza di una fine del centrodestra nella sua attuale composizione, proprio le Regioni in cui si andrà al voto la prossima primavera. Come noto, tra le cinque che rinnoveranno consiglio e giunta, c’è anche il Piemonte.

La Lega ha sempre confermato, con ripetute dichiarazioni del segretario "nazionale", secondo quanto prescrive il lessico leghista, nonché capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, la tenuta della coalizione ed escluso ogni ipotesi diversa da offrire agli elettori per cambiare il governo della Regione, riportandolo nelle mani del centrodestra dopo il quinquennio di Sergio Chiamparino.

Forza Italia, dal canto suo, non ha mancato di mostrare in più di un’occasione preoccupazioni e timori per un possibile abbandono da parte del Carroccio, tanto da porre un’estrema attenzione a non suscitare irritazioni ed evitando ogni possibile coinvolgimento della Lega negli attacchi al governo, perimetrandoli sempre nei confini dei Cinquestelle.

È anche per questa situazione, in cui le incertezze e i timori in casa azzurra non sono scemati del tutto, che la visita di Salvini in Piemonte, domenica prossima, assume un’importanza e suscita attese maggiori.

Il ministro dell’Interno sarà a Capriata d’Orba, nell’Alessandrino, per concludere la festa regionale del suo partito che venerdì ospiterà anche il ministro per i Affari regionali e le Autonomie Erika Stefani e il giorno successivo quello dell’Agricoltura e Turismo Gianmarco Centinaio. E proprio dal comizio che Salvini terrà, con al suo fianco Molinari, potrebbero arrivare parole ulteriormente chiarificatrici sul percorso che il leader della Lega intende delineare per le regionali in Piemonte. Nessuno si può aspettare che metta in forse l’alleanza con Forza Italia, ma anche sfumature o segnali chiari all’alleato azzurro avranno un certo rilievo, vista la situazione a dir poco complicata.

Sarà anche l’occasione per vedere se il titolare del Viminale marcherà con forza la posizione del suo partito su temi cruciali per la regione, a partire dalla Tav passando per l’Asti-Cuneo, oppure preferirà puntare tutto o quasi sull’argomento di forte presa sul suo elettorato in crescita, ovvero l’immigrazione e la sicurezza.

“Sarà una festa ambiziosa, con approfondimenti politici di grande rilievo - annuncia Molinari alla vigilia dell’apertura di domani -. E sarà il coronamento di un percorso lungo e faticoso, che ha visto la Lega passo dopo passo, elezione dopo elezione, arrivare al governo del Paese. È proprio quando si governa che diventa ancora più importante stare in mezzo alla gente per confrontarsi coi cittadini, noi questo lo abbiamo sempre fatto e continuiamo a farlo perché la presenza sul territorio resta la principale forza della Lega”.

Ma gli occhi e soprattutto le orecchie saranno per comprendere da Salvini come intenda procedere verso le regionali. Almeno ad oggi, perché le sorprese nelle prossime settimane e nei prossimi mesi potrebbero non mancare affatto. Fino all’ultimo.

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