CINQUE CERCHI

Olimpiadi, Malagò affossa Torino

Solo tre discipline assegnate tra il capoluogo piemontese e Sestriere. Pinerolo scompare dalla mappa olimpica. Tutto il resto se lo spartiscono Lombardia e Veneto. Il Coni approva all'unanimità i Giochi delle Alpi. Appendino: "Logiche incomprensibili" - DOCUMENTO

Il Consiglio nazionale del Coni approva all’unanimità le Olimpiadi delle Alpi. Una candidatura unitaria che costerà 376,65 milioni, tre in meno rispetto al dossier presentato da Cortina, una decina in meno nel rapporto con Milano e un risparmio di quasi 300 milioni rispetto a Torino, che si è rivelato lo studio di fattibilità più oneroso. Nessuna venue verrà realizzata ex novo, ma saranno utilizzate solo strutture già esistenti che al massimo necessiteranno di una risistemazione. Secondo quanto previsto dallo studio predisposto da Giovanni Malagò a Torino verrà assegnato l’hockey maschile (PalaAlpitour), il pattinaggio di velocità (Oval), un pezzo di sci alpino (Sestriere). Il capoluogo piemontese avrà inoltre una delle tre Medal Plaza, pur non essendo chiara la localizzazione giacché a pagina 7 di un Master Plan un po' rafazzonato viene inserita in piazza Vittorio, mentre a pagina 15 si è già spostata in piazza Castello.  

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Un piano che certo non premia Torino che avrà due sole discipline (neanche tutte), più lo sci alpino a Sestriere. Taglia fuori Pinerolo e le sue valli, che nel 2006 avevano ospitato il curling, e le piste di bob a Cesana e trampolino a Pragelato, sulle quali ora, come fa notare il capogruppo dem in Sala Rossa, Stefano Lo Russo "si riapre il tema della loro riconversione". Brinda (si fa per dire) solo il sindaco di Sestriere Valter Marin, l’unico paese della Via Lattea a ottenere delle competizioni, nello specifico lo slalom speciale dello sci alpino. Un piano che premia Veneto e Lombardia e che ha deluso Chiara Appendino, la quale ora teme che Torino possa trasformarsi in una sorta di bad company olimpica.

In estrema sintesi il master plan olimpico prevede che Milano ospiti quattro discipline (curling, pattinaggio di figura, short track e hockey femminile) e una Medal Plaza; a Torino solo due discipline (pattinaggio di velocità e hockey su ghiaccio maschile), a Sestriere lo slalom speciale di sci alpino, in Valtellina quattro discipline (Biathlon, Freestyle, Sci Nordico e Snowboard), a Cortina quattro discipline (Bob, Skeleton, Slittino e Sci Alpino) e una terza Medal Plaza; in Val di Fiemme due discipline (Salto e Combinata nordica).

Improntate al bon ton istituzionale, sia pur senza nascondere dubbi e perplessità rispetto al lavoro svolto sin qui dal Coni,sono le dichiarazioni di Appendino e Sergio Chiamparino. La sindaca “ribadisce la posizione espressa nella lettera inviata ieri al Coni ed è disponibile a esporre le proprie osservazioni e forti perplessità derivanti da un masterplan le cui logiche sono in parte incomprensibili, rimanendo comunque in attesa delle valutazioni più approfondite annunciate dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti e di una attenta analisi costi/benefici, richiesta dal sottosegretario Simone Valente. Restiamo altresì convinti che la candidatura compatta di Torino fosse la scelta migliore per il Paese”. E mentre il sindaco di Milano Giuseppe Sala esterna la sua delusione con un tweet – “Piccola precisazione per il Presidente Malagò: il ‘chiarissimo dossier’ è stato approvato dal Coni senza che Milano, e presumo le altre città, l’avessero a disposizione” – il governatore del Piemonte resta prudente pur precisando che “ci sono degli aspetti che vanno seriamente approfonditi” a partire dall’esclusione dell’impianto di bob di Cesana come venue olimpica. La sensazione è che la bozza sulla quale oggi si è espresso il Consiglio nazionale del Coni sarà oggetto di una lunga trattativa tra le città candidate.

E dopo i quattro ribelli anche la capogruppo grillina Valentina Sganga esprime, seppur anche in questo caso tra mille subordinate, disappunto per il trattamento riservato a Torino e il metodo adottato dal Coni: “Appare lampante – afferma Sganga - come i punti a cui avevamo subordinato la candidatura, unitaria e compatta di Torino e delle sue Valli, risultino quanto mai distanti dalla deliberazione assunta oggi dal Consiglio Nazionale del Coni. Fermo restando l’attesa di una valutazione governativa, con l’analisi costi e benefici già ieri menzionata dal sottosegretario Valente, non possiamo non constatare come la proposta avanzata della commissione di valutazione del Coni subordini Torino ad un ruolo minore e marginale, escludendo quasi completamente le sue valli dalla manifestazione”. E chissà che questo epilogo non sia anche il risultato dello spettacolo offerto in queste ultime settimane dai Cinquestelle torinesi e dagli atti promossi e approvati, non ultima la commissione d'inchiesta sull'edizione dei Giochi del 2006.