Amag bipartisan

Dicono che … la nomina a presidente della multiutility alessandrina Amag di Paolo Arrobbio decisa dal sindaco leghista del capoluogo mandrogno, Gianfranco Cuttica, non sia dispiaciuta poi così tanto a una parte del Pd. Quello dell’ex condirettore  generale del Banco Bpm, dopo una lunga carriera alla Popolare di Novara, non è certo un nome saltato fuori negli ultimi giorni: lo Spiffero aveva anticipato la sua nomina già ad aprile, quando i giochi nelle (assai poco) segrete stanze di Palazzo Rosso erano ormai fatti anche se l’investitura sarebbe arrivata solo ieri. E con essa la fine dell’epoca di Stefano De Capitani al vertice del gruppo. E proprio la dipartita dell’ex direttore generale del Csi (il Consorzio per il sistema informativo) sembra essere una della ragioni dell’accoglienza non certo ostile di Arrobbio da una parte del Pd, quella che aveva vissuto la nomina di De Capitani da parte dell’allora sindaco Rita Rossa come una sorta di colonizzazione torinese per mano fassiniana. A Palazzo di Città c’era, infatti, ancora Piero Fassino e lo stretto legame con la collega alessandrina era stato visto, non a torto, come la spiegazione dell’arrivo del manager alla presidenza dell’Amag. De Capitani è da sempre un fedelissimo dell’ex sindaco di Torino e nell’Anci da questi presieduta l’ex direttore del Csi ha rivestito incarichi di rilievo. Dopo di lui ad Alessandria sarebbe arrivato, sia pure per un periodo limitato nel tempo, un altro uomo da sempre vicino a Fassino, la sua eminenza grigiastra Gianfranco Quagliotti. Venne chiamato dalla Rossa al capezzale della partecipata dei trasporti Atm. La sua missione durò poco. Più a lungo quella dell’altro uomo di Piero inviato nella città passata, poco più di un anno fa, nella mani di un sindaco leghista.   

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