Borsa: soffrono concessionarie, Atlantia brucia 5 mld

Lo spettro di una revisione da parte del Governo delle concessioni, non solo quelle autostradali, pesa su tutte le società potenzialmente coinvolte: Atlantia prosegue il suo calo iniziato dopo il crollo del ponte Morandi "bruciando" in totale ben più di 5 miliardi di capitalizzazione, le quotate del gruppo Gavio accusano la corrente di vendite, ma anche marchi impegnati in altri settori (come A2A con una forte presenza nell'idroelettrico) sono sempre più penalizzate in Piazza Affari. Il caso più critico è evidentemente Atlantia, un colosso da 20,7 miliardi di capitalizzazione prima della tragedia di Genova, che ora fatica a mantenersi sopra i 15 miliardi: nell'ultima seduta di Piazza Affari il titolo è stato il peggiore tra i principali di Milano e ha ceduto un altro 3% abbondante a 18,1 euro mentre prima del crollo del ponte viaggiava attorno a quota 25, non lontanissima dal massimo storico toccato a metà maggio. Dalla tragedia di Genova il gruppo controllato dai Benetton sta pagando il 27%. In scia le società autostradali che fanno riferimento al mondo Gavio: Astm (cioé la Torino-Milano, ma controllante di comparto per il gruppo) ha perso un altro 2,6%, portando il calo complessivo a oltre il 16%. Ma la novità degli ultimi giorni è la debolezza delle utilities in generale e soprattutto di A2A, che nella seconda giornata di settimana di Piazza Affari ha perso il 3%, portando il ribasso delle ultime tre sedute a quasi il 6%. L'esecutivo, come anticipato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti dal Meeting di Rimini, intende rivedere "decine di concessioni scadute", con il gruppo lombardo che in Valtellina ha parte dell'idroelettrico in regime di proroga, con concessioni scadute tra il 2010 e il 2016.

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