INFRASTRUTTURE

L'Asti-Cuneo "s'ha da fare", Costa quel che costi

Replica stizzita del Governo a Chiamparino: "Il completamento dell'autostrada non è in discussione". Gariglio: "Toninelli mente sapendo di mentire". E l'ex ministro di Mondovì chiede ai Gavio di assumersi l'onere senza ulteriori contropartite

L’Asti-Cuneo non è in pericolo e, indipendentemente dalle decisioni che il Governo assumerà sulle concessioni, verrà completata. «I cittadini della Granda hanno diritto a vedere ultimata l’opera ed hanno anche diritto di conoscere i responsabili dei ritardi, conoscere quanto si è speso finora, conoscere perché il concessionario chiede molti più soldi di quelli previsti dalla convenzione e chiede allo Stato di allungare la concessione su un’altra autostrada per finire i lavori, conoscere chi ha scritto e sottoscritto una convenzione decisamente sfavorevole per il pubblico», afferma Enrico Costa parlamentare di Forza Italia. «Il ministro Toninelli non ha messo, la pietra tombale sulla Cuneo-Asti – spiega contestando l’allarme lanciato dal collega del Pd Davide Gariglio – piuttosto ha lasciato intendere che è bene fare chiarezza circa il fatto che sia o meno dovuto al concessionario un corrispettivo ulteriore rispetto alla convenzione, consistente nel prolungamento di un’altra concessione».

Una modalità, quella individuata, che non convince l’ex ministro di Mondovì. «È giusto riconoscerlo? È un regalo?», si chiede, optando per una soluzione concreta nell’interesse dei piemontesi. «Penso che sia giusto badare al sodo e poiché riteniamo che il concessionario abbia ottenuto molto dallo Stato, riteniamo giusto che si faccia carico di ultimare la Cuneo-Asti senza “se” e senza “ma”, senza corrispettivi ulteriori rispetto a quanto concordato nella convenzione, né in denaro, né in natura (allungamento di altre concessioni). Ogni altro percorso porterebbe a tempi lunghi, lunghissimi, forse eterni». Insomma, il Gruppo Gavio dovrebbe farsi carico del completamento caricandosi tutti gli oneri: «È disponibile il concessionario a partire subito e realizzare l’opera, come da contratto? È disponibile a tendere una mano ad una terra che da anni attende un’opera essenziale, oppure vuole far prevalere, anche ora, la logica dei sostanziosi profitti e delle carte bollate?», conclude Costa.

Una posizione che trova ampio riscontro nel Governo. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, infatti, oggi ribadisce che «non è mai stata messa in discussione da questa Amministrazione la realizzazione dell’autostrada Asti-Cuneo e che il Ministero sta lavorando a un’ottimizzazione del progetto che garantisce significative economie, senza alterare o compromettere lo sviluppo del tracciato originario e senza in alcun modo sollevare dubbi sulla volontà di completamento dell’opera». Lo si legge in una nota del dicastero retto da Danilo Toninelli che così replica alle dichiarazioni del governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino. «Il Ministero ora sta lavorando alla soluzione migliore dal punto di vista progettuale e finanziario – afferma Toninelli – se però l’intento del Partito democratico non è quello di realizzare l’opera nel minor tempo possibile ma anche nel modo migliore, ma è solo quello di prorogare la concessione ai padroni delle autostrade, dovrebbe dirlo chiaramente», prosegue polemicamente. «Ricordiamo che nel febbraio 2014, l’allora Ministro Lupi del Governo Renzi ha promesso il termine delle tratte ancora mancanti e dei tunnel programmati in tempi brevissimi, con uno stanziamento di 500 milioni di euro finché nel 2016 il Ministero si è rimangiato il progetto di traforo della collina di Verduno, dopo aver dovuto ammettere che si trattava di una soluzione insostenibile e di uno spreco immenso di denaro pubblico», conclude il ministro: «Ma le pressioni non ci toccano e se Chiamparino vuole continuare a fare propaganda faccia pure. Io dal canto mio continuo ad occuparmi della soluzione migliore per i problemi dei cittadini, e del completamento della Asti-Cuneo dopo 20 anni di chiacchiere». Altrettanto puntata la reazione di Chiamparino: “Toninelli che parla di propaganda? Mi vien voglia di dire da che pulpito...”, per poi tornare a incalzare: “La domanda è: qual è la proposta su cui il ministro e il ministero stanno lavorando, e con quali risorse intenderebbero realizzarla? Perché dalle dichiarazioni che ho letto non si capisce. In che cosa si differenzierebbe da quella che era stata elaborata dal precedente governo e che potrebbe far partire i cantieri a breve? Grazie per la cortese risposta”.

Affermazioni, secondo Gariglio, tutt’altro che rassicuranti: «Toninelli mente sapendo di mentire. La project review – ricorda il parlamentare Pd, membro della Commissione Trasporti della Camera – è già stata fatta dal precedente governo, che ha cambiato il progetto originario, che prevedeva la costruzione di un tunnel sotto la collina di Verduno, optando per una soluzione superficiale molto meno costosa». Per finanziare il completamento i governi della scorsa legislatura «hanno convenuto con l’Unione europea un sistema di proroga quadriennale della concessione della Torino-Milano con contestuale avvio di gara pubblica (qui la grande novità)per il rinnovo della concessione dell’autostrada e sistema tangenziale torinese. Prendiamo atto che il sistema di proroga della concessione, pensato dai governi di centrosinistra, nonè ritenuto congruo dal nuovo Governo del Cambiamento (in peggio). Bene, è loro diritto». A questo punto, però, occorre capire «con quali modalità, tempi e fonti di finanziamento il ministro Toninelli intenda realizzare l’opera».

L’ex segretario del Pd piemontese polemizza anche con il collega Costa di cui, ironicamente, afferma di apprezzare il “suggerimento”. «Da ministro dei precedenti governi di centrosinistra non era riuscito a far costruire l’opera gratis dagli attuali concessionari, ci auguriamo abbia maggior fortuna oggi, da parlamentare di opposizione. Se però, disgraziatamente, il gruppo Gavio non dovesse accettare il suggerimento dell’on. Costa, allora diventa indispensabile conoscere gli intendimenti del ministro. Ma per ora si conferma, ancora una volta, reticente».

print_icon