IERI & OGGI

Match Appendino-Fassino sui conti

Scontro in Sala Rossa tra la sindaca e il suo predecessore. Rinfacciati i costi dei rispettivi staff, poi l'affondo sui debiti. "Ereditata una situazione finanziaria disastrosa", afferma la grillina. "Io avviato risanamento" replica il piddino

Clima teso in Sala Rossa sui costi della politica, tema portato in aula da un’interpellanza generale delle opposizioni alla quale ha risposto la sindaca Chiara Appendino. «Abbiamo rispettato il nostro impegno di tagliare la spesa politica del 30% rispetto all’amministrazione precedente e siamo andati oltre, fino al 40% circa» ha ribadito la prima cittadina che ha definito «strumentale il considerare come staff del sindaco gli uffici di Gabinetto, che sono servizi istituzionali della Città». «Abbiamo semplicemente riorganizzato il Gabinetto, integrandolo con strutture e funzioni che in precedenza facevano parte di altre divisioni comunali», ha aggiunto Appendino dicendo di aver trovato al suo arrivo «una situazione finanziaria disastrosa» e di non accettare «lezioni di moralità da chi, quando era maggioranza, non aveva nulla da dire sul fatto che il portavoce dell’allora sindaco costasse 180mila euro all’anno». Pronta la replica del suo predecessore Piero Fassino che ha ribattuto «lei non accetta lezioni di moralità, io non accetto da lei lezioni di rigore finanziario. Vorrei ricordarle - ha aggiunto - che quel “disastro” era di 500 milioni inferiore a quello che avevo trovato nel 2011». Fra i due è poi nato un battibecco quando Appendino ha accusato la precedente amministrazione di aver aumentato il debito di 500 milioni con il ricorso al Dl 35. «Dice cose false, il Dl 35 non è considerato in debito» ha ribattuto Fassino. La sindaca ha replicato: «sono comunque 500 milioni da pagare in 30 anni». Le opposizioni, che hanno criticato la riorganizzazione della macchina comunale, hanno ribadito la loro posizione sui costi degli staff dell’amministrazione giudicati superiori a quelli precedenti.

print_icon