POTERI FORTI

Le lobby entrano a Palazzo Lascaris

Un seminario per avviare l'iter di regolamentazione tra Regione e gruppi di interesse privati. Un rapporto che, al netto della retorica in voga, può essere virtuoso e trasparente

Assurte a sentina di ogni male, simbolo dei famigerati poteri forti, elementi di pressione semi occulti pronti a perorare l’interesse di pochi contro il bene di molti; le lobby in realtà sono – o almeno possono essere – soggetti con cui la pubblica amministrazione ha tutto l’interesse a confrontarsi in modo chiaro e trasparente. La strada verso un riconoscimento del ruolo e regolamentazione dei rapporti è sdrucciolevole e per questo va percorsa con piedi di piombo. Il primo passo che compirà la Regione Piemonte sarà il seminario organizzato a Palazzo Lascaris venerdì 26 ottobre da Open Lobby e FB & Associati: “Lobbyng, trasparenza e cittadinanza attiva nei processi decisionali” è il titolo dell’iniziativa cui partecipano Alberto Bitonti docente alla Luiss, Paola Perrotti di FB & Associati e Gianluca Sueo della New York University.

In Italia manca un “quadro normativo organico volto alla regolazione dei rapporti tra lobbisti e decisori pubblici  nell’ambito del processo di formazione delle norme che regolano la vita dei cittadini” è la premessa. Dagli ordini professionali alle Ong, passando per grandi e piccole aziende e gruppi di interesse nei settori strategici della logistica, trasporti, finanza, cultura, turismo, agricoltura. Alla Camera è stato approvato nel 2016 il cosiddetto Regolamento Lobby, che però è valido esclusivamente nei palazzi di Montecitorio, e prevede l’istituzione di un Registro dei lobbisti, la definizione dell’attività di lobbying e la presentazione di relazioni periodiche in merito all’attività svolta. Anche alcuni ministeri come quello dello Sviluppo Economico, dei Trasporti e delle Politiche agricole si sono dotati, negli anni recenti, di appositi registri. Tra le regioni si sono mosse in tal senso Sicilia, Toscana, Lombardia, Abruzzo, Calabria, Puglia e Molise seppur ancora con molti limiti (in alcune regioni l’iscrizione agli elenchi è facoltativa, in altre – leggi Toscana e Molise – è stato introdotto un Registro di gruppi di interesse accreditati che però circoscrive i soggetti a quelli che perseguono interessi meritevoli di tutela e dotati di una organizzazione interna di natura democratica, escludendo aziende e società di consulenza).

In Piemonte la spinta a una regolamentazione dei rapporti tra Regione e gruppi privati o singoli portatori di interesse è arrivata dagli uffici del Consiglio regionale, riscontrando l’interesse dei vertici politici a partire dal presidente Nino Boeti che porterà i suoi saluti al convegno di venerdì. “L’obiettivo – spiegano i promotori - è di creare un sistema che possa da un lato aumentare la trasparenza nei rapporti tra pubblico e privato, tra mondo economico e politico, attraverso condivisione di dati e know-how”.

Al termine del dibattito è previsto un workshop cui parteciperanno tra gli altri il segretario generale della Camera di commercio di Torino Guido Bolatto, Paolo Bertolino (Unioncamere Piemonte), Giancarlo Berta (segretario Confcooperative Piemonte), Marco Bussone (presidente nazionale Uncem), Filippo Provenzano (segretario Cna Piemonte). Saranno presenti anche i consiglieri regionali dei diversi schieramenti con l’obiettivo di aprire un processo che arrivi alla definizione di una norma regionale.

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