CINQUE CERCHI

Il Piemonte vuol tornare nei Giochi

Sulle Olimpiadi del 2026 non è ancora detta l'ultima parola. Lo slancio dei sindaci montani trova sponda in Chiamparino: "Mettiamo a disposizione i nostri impianti". Riunione con Appendino per concordare la strategia. L'asso nella manica è l'Oval

Un tridente olimpico, seppur sotto mentite spoglie. È ciò a cui stanno lavorando i sindaci dei Comuni montani della Valsusa per nulla rassegnati a rimanere fuori dalla corsa alla grande kermesse a Cinque Cerchi. Non dopo averci investito soldi e fatiche in un lungo lavorio diplomatico tra Torino e Roma. Insomma, uscito dalla porta principale ora il Piemonte e le sue montagne prova a rientrare da quella di servizio. Il “come” lo ha spiegato il governatore Sergio Chiamparino, secondo il quale c’è “ancora uno spiraglio”, non tanto per la candidatura ufficiale – quella ormai è appannaggio di Milano e Cortina – quanto piuttosto per mettere “a disposizione gli impianti del ghiaccio e dello sport alpino”, una patrimonio figlio del 2006 che potrebbe “rendere più forte la candidatura italiana” in un’ottica di legacy in ossequio alle indicazioni del Cio.

I Giochi, dunque, non sono ancora fatti. E della strategia per rientrare in partita ne hanno discusso, nel tardo pomeriggio, i sindaci delle montagne olimpiche e pure Chiara Appendino. L’intenzione è di portare avanti un progetto di cooperazione con Milano-Cortina e il Coni mettendo sul piatto il sistema impiantistico che Torino può portare in eredità. L’asso nella manica è l’Oval, un gioiello senza eguali al mondo, l’unica pista lunga al coperto presente in Italia, che tanti soldi potrebbe far risparmiare agli organizzatori, che altrimenti dovrebbero costruirsela ex novo. E poi ci sono naturalmente il Palavela e soprattutto il PalaAlpitour: il fatto che siano tutti gestiti da soggetti privati potrebbe pure semplificare la vita alla prima cittadina di Torino, impegnata in un estenuante tira e molla con la sua maggioranza e preoccupata di non doverci rimettere neanche un quattrino.

“La speranza è l’ultima a morire, sono convinto che possiamo farcela” ha affermato il presidente della Sestriere Spa Giovanni Brasso, nel giorno in cui è stata presentata la stagione sciistica della Vialattea di fronte a Chiamparino e Appendino – quest’ultima passata solo “per un caffè” - ai sindaci delle montagne olimpiche e ai vertici dello sport locale e nazionale. Del resto, ha sottolineato Brasso, le Olimpiadi del 2006 hanno portato un tale slancio al turismo montano che si tratterebbe di “una grande occasione persa” non tentare di metterci almeno lo zampino. Il nodo da sciogliere, adesso, è trovare la maniera per rimettersi in pista dopo aver rifiutato la proposta della candidatura a tre. “Noi ci crediamo fortemente. La nostra volontà è chiara e semplice: mettiamo a disposizione tutti i nostri impianti del Piemonte. Ritengo che sia un bel jolly a disposizione del Coni da calare sul tavolo del Cio” sono state le parole di Valter Marin, sindaco di Sestriere.

print_icon