Comitati civici, prove di PdR
Oscar Serra 12:00 Venerdì 16 Novembre 2018Già più di trecento in tutta Italia, una quarantina in Piemonte: così nasce la nuova rete di Renzi. Scalfarotto a Torino per l'esordio del tour. Ma prima di ogni ipotesi di scissione "vediamo come va a finire questo congresso"
C’è un risveglio civico che trascende i partiti, e Torino ne è stata la dimostrazione più lampante con la manifestazione in piazza Castello per la Tav. “I cittadini si mobilitano autonomamente, com’è capitato a Roma nell’adunata contro Virginia Raggi”. Parte da qui l’idea lanciata da Matteo Renzi alla Leopolda di costituire in tutta la Penisola comitati di azione civile in grado di affiancare (ma senza sovrapporsi) il Partito democratico. Difficile non scorgere nell’operazione il tentativo di creare una struttura parallela, o quantomeno una rete, in grado di dare gambe e forza a una clamorosa, ma tutt’altro che improbabile, fuoriuscita dell’ex premier dal partito che ha guidato per quasi un lustro. E non è un caso che a coordinare queste cellule in via di formazione sia uno dei suoi uomini più fidati, come Ivan Scalfarotto che oggi è alla Gam di Torino (ore 18,30), nella prima tappa del suo tour, insieme all’ex sottosegretario dem Sandro Gozi. In Piemonte, invece, a tirare le fila è il presidente della Circoscrizione VIII di Torino, Davide Ricca, leopoldino della primissima ora.
Scalfarotto, rompiamo subito il ghiaccio, siamo alle prove generali per il nuovo partito di Renzi?
“Non è per questo che sono nati i comitati civici”.
E per cosa, allora?
“Per coagulare persone attorno a valori condivisi, quelli democratici, che vengono ancora prima delle opinioni politiche”.
Si spieghi meglio…
“Vede, il fatto nuovo è che con questo governo stanno venendo meno le normali regole di convivenza. Il rispetto per le istituzioni repubblicane, penso a Mattarella, per la libertà di stampa, per gli organi di garanzia dello Stato. È attorno alla difesa di questo nostro patrimonio che nascono i comitati di azione civile, indipendentemente che uno la veda come il Pd o meno”.
Insomma, sono bandite tutte le parole d’ordine potenzialmente divisive. Un modo per tenere le porte aperte a tutti i delusi di questo nuovo corso giallo-verde?
“Oggi il tema non è il Jobs Act o le riforme costituzionali, la Buona scuola o le politiche economiche. In ballo c’è qualcosa di più. Ma le pare normale che venga nominata alla presidenza della Commissione per i diritti umani una senatrice indagata per istigazione all’odio razziale?” (Il riferimento è alla leghista Pucciarelli ndr)
In Italia i comitati civici sono già 370, in Piemonte una quarantina calcolando anche quelli in fase di registrazione. Non c’è il rischio che, gira e rigira, siano sempre le solite persone che in un modo o nell’altro gravitano o hanno gravitato attorno alla politica e al partito?
“Il rischio c’è. È chiaro che all’inizio uno si rivolge a chi gli è più vicino, ma se sapremo essere coerenti con il nostro messaggio civico allora riusciremo ad attrarre anche una parte di quei cittadini che s’indignano davanti ai Tg e vogliono uno spazio per impegnarsi in prima persona che non sia un partito”.
Tutto bellissimo, ma allora perché tante critiche nei confronti di Renzi, mentre nessuno ha avuto obiezioni sui comitati “Piazza Grande” di Nicola Zingaretti?
“Bisogna chiederlo a chi ha utilizzato questo come l’ennesimo pretesto per polemizzare. La verità è che è stato contestato anche quando ha fatto cose giuste e continua a succedere. Renzi rispetto a Zingaretti è sempre stato vissuto fin dall’inizio come un corpo estraneo, il protagonista di un’opa ostile nei confronti del partito. Prima di lui il segretario era questione di caminetti e correnti, mentre Matteo è arrivato sull’onda di un consenso popolare”.
Chi è stato a Salsomaggiore parla di un clima da partito nel partito con i renziani pronti ad andarsene. Vi sentite davvero dei corpi estranei?
“Guardi io mi sento a tutti gli effetti un dirigente del Pd, dopodiché sono interessato da iscritto a come andrà questo congresso e mi faccia dire che la data del 3 marzo già non va bene perché è praticamente a ridosso delle elezioni. Il segretario eletto non avrà neanche il tempo di fare campagna elettorale. Detto questo penso che lo spazio per Renzi nel Pd ci sia e ci deve essere. Ma non per lui, quanto piuttosto per le sue idee e la sua capacità di portare avanti un riformismo d’impronta liberal-democratica.
Il suo testimone sarà raccolto da Minniti?
“Vedremo, oggi sono insieme a Firenze…”
Intanto di Rottamazione nessuno parla più e in Piemonte pare il tempo della restaurazione. L’ex sindaco di Torino Piero Fassino è in parlamento, Mercedes Bresso tenta la ricandidatura in Europa e Sergio Chiamparino è pronto al secondo giro in Regione. Che ne pensa?
“Il tema del rinnovamento della classe dirigente resta attuale. Ma se vogliamo parlare di governatori è decisamente più surreale la riconferma di Michele Emiliano in Puglia”.