TRAVAGLI DEMOCRATICI

Pd, corsa a tre per la segreteria

Pare destinato al fallimento il tentativo di una proposta unitaria. Al congresso piemontese si riproduce lo schema nazionale. Il senatore renziano Marino (con Minniti), il giovane della sinistra Furia (pro Zingaretti) e il veterano Bobba (orientato su Martina)

Mentre i maggiorenti della sinistra dem, riuniti nel tardo pomeriggio di ieri in via Masserano, quartier generale del Pd piemontese, sottoscrivevano la candidatura di Paolo Furia, nel partito c’era ancora chi auspicava una convergenza sul nome del senatore renziano Mauro Marino. Persino Sergio Chiamparino, nelle ultime ore, aveva provato a lanciare qualche timido appello all’unità, pur sapendo che a partire da domani, salvo sorprese a questo punto improbabili, il congresso regionale fissato per il 16 dicembre, corre il rischio di trasformarsi in una conta fratricida, a colpi di preferenze. Proprio ciò che il governatore ha tentato fino all’ultimo di scongiurare provando a mettere un po’ si sale nelle zucche dei capataz.

Attorno allo stesso tavolo c’erano tra gli altri la vicepresidente del Senato Anna Rossomando, il deputato Andrea Giorgis, l’ex ministro Cesare Damiano, l’assessore regionale Gianna Pentenero – un’altra che si era autocandidata nella vana speranza di poter rappresentare tutti – e il numero due della Sala Rossa Enzo Lavolta. Sono gli stessi che alle primarie dello scorso anno avevano sostenuto Andrea Orlando e che ora, in vista del prossimo congresso nazionale, marcano un territorio che sarà presidiato da Nicola Zingaretti. “Abbiamo provato in tutti i modi a chiedere un percorso unitario, ma di fronte alle troppe candidature renziane andremo per la nostra strada” afferma Lavolta.

Il riferimento è alla rottura che si è consumata lunedì tra i seguaci del senatore di Rignano: sul nome di Marino, avanzato da Mauro Laus e benedetto dal Giglio Magico, il fassiniano Raffaele Gallo – candidato fino al giorno prima – si è ritirato in buon ordine, mentre l’ex sottosegretario Luigi Bobba, sostenuto dal senatore Stefano Lepri, ha fatto sapere di non aver nessuna intenzione di mollare. Inizia da qui lo show down.

A una sinistra in ambasce non par vero di potersi inserire in una faglia che col passare delle ore si allarga. Vani anche gli ultimi disperati tentativi di ritrovare una composizione. Sulle chat degli sherpa vicini a questo o a quello schieramento si rincorrono voci, suggestioni e scenari, come quello accreditato da chi vedeva una possibile candidatura di Chiara Gribaudo, parlamentare cuneese di estrazione orfiniana. Un identikit perfetto: donna, giovane e soprattutto cuneese, quindi originaria di quel Piemonte 2 alla spasmodica ricerca di coccole dal capoluogo. È di ieri l’appello dei segretari provinciali a un maggior coinvolgimento di quei distretti orientali già penalizzati dalle elezioni politiche e sempre più periferici rispetto a dinamiche che nascono e si consumano a Torino.

Per mettere un po’ di zizzania non sono mancate le polpette avvelenate come quelle lanciate da Bobba a chi sperava potesse trasformarsi in un supporter: “Raccogli le firme per me? Tanto Marino sta per ritirarsi”. E chi ci crede! E pure le avance arrivate da ogni fronte alla deputata cuneese Gribaudo assumevano sempre più la forma dei bastoni da infilare tra le ruote del ricostituito carrozzone renziano. Un gioco al quale lei non si è prestata.

Le candidature vanno depositate entro le 20 di domani, ognuna deve essere sostenuta da almeno il 10 per cento dei componenti dell’assemblea regionale, oppure dalle firme di 150 iscritti distribuiti in almeno quattro province. In assenza di sconvolgimenti dell’ultima ora il quadro prevede un allineamento piuttosto marcato a quello nazionale. Marino non sarà certo il candidato unitario, ma espressione della corrente renziana, che vede nuovamente fianco a fianco i fassiniani (senza Piero Fassino) e gli ex popolari di Davide Gariglio, più qualche altra scheggia incontrollabile. È il blocco di maggioranza relativa, che al congresso nazionale diventerà la dote che l’ex premier consegnerà a Marco Minniti.

Paolo Furia, biellese di 31 anni e borsista alla Facoltà di Lettere dell’Università di Torino, rappresenta la sinistra che gravita attorno a Zingaretti, salvo qualche eccezione; mentre Bobba, vercellese, è il candidato più vicino a Martina. È dell’ultimissima ora la notizia di un possibile quarto candidato messo in campo da Rete Dem, la componente dell’europarlamentare Daniele Viotti, che dopo essersi staccata dagli orlandiani aveva dato la propria disponibilità a seguire un percorso unitario con Marino. Ma venendo meno questa condizione “anche noi saremo della partita” dice proprio Viotti allo Spiffero.

Con un quadro siffatto è del tutto evidente come sia stato un pretesto la riserva manifestata su Gallo, giacché il suo “sacrificio” non ha in alcun modo aiutato a compattare il partito. “Chiamo tutti a un senso di responsabilità, mi sembra incredibile quello che sta succedendo” dice il giovane consigliere regionale. Un appello destinato a cadere nel vuoto.

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