TRAVAGLI DEMOCRATICI

"Rompete le righe", fassiniani in disarmo

Alla vigilia del congresso la corrente di Fassino, per anni perno del potere Pd, si sgretola. Qualcuno appoggerà Marino, altri sosterranno il "sinistro" Furia. L'ex sindaco sempre più distante e distaccato dalle vicende locali

Un esercito in disarmo, un generale sempre più distante e distaccato. I fassiniani si dividono e se la giurano tra loro mentre Piero Fassino osserva da lontano dinamiche congressuali che a Torino lo vedono ai margini, pare per sua stessa scelta. È probabile che alla fine sosterrà Mauro Marino alle primarie del Pd piemontese del prossimo 16 dicembre, ma senza nessun entusiasmo. Cosa pensi del senatore un tempo prodiano, poi bindiano e ora fedelissimo di Maria Elena Boschi, ha avuto modo di comunicarlo ad alcuni dei maggiorenti che lo avevano interpellato nei giorni scorsi: secondo l’ex sindaco non è la persona giusta, non ha la cifra del dirigente politico e il problema non sarebbe neanche la sua vicinanza al Giglio Magico, dal quale il Lungo si è definitivamente staccato al punto che appoggerà Nicola Zingaretti e non Marco Minniti alla conta nazionale. Un monito rimasto inascoltato, mentre un filo rosso unisce i due almeno negli scherni dell’intendenza democrat: “E pensare che potremo tornare a dire abbiamo una banca” scherzano amaro alcuni dirigenti, riferendosi al ruolo svolto dal deputato “boschiano” in seno alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario.

I seguaci del neo deputato di Modena intanto si sono dispersi prendendo strade diverse. Il blitz con cui Mauro Laus ha imposto Marino era stato condiviso con Salvatore e Raffaele Gallo e pure con Giancarlo Quagliotti, l’ormai ex eminenza grigiastra di Fassino, ma non aveva coinvolto nessun altro componente di Futuro democratico, la componente che un tempo raccoglieva oltre un centinaio di amministratori e quadri del partito piemontese vicini all’ultimo segretario della Quercia. “Non capisco la strategia alla base di questa decisione” dice l’ex deputata Paola Bragantini, con la quale il gelo era calato già all’indomani delle riserve espresse da quest’ultima sulla candidatura di Gallo. Alle primarie l’ex segretaria della Federazione di Torino sosterrà il candidato della sinistra Paolo Furia e poi si dirigerà verso Nicola Zingaretti, mentre la consigliera regionale Nadia Conticelli, sua amica e sodale, ha scelto Marino. Svolta a sinistra anche per l'ex consigliere regionale e dominus di Santa Rita Andrea Stara, mentre Gioacchino Cuntrò - lui fu il primo segretario del Pd sotto la Mole - sceglie Marino.

Da un ex segretario all’altro. Anche Fabrizio Morri, successore di Bragantini in via Masserano, è polemico: “È un partito da rifondare, serve una persona che abbia il tempo di battere i circoli da Domodossola a Novi Ligure, non un parlamentare che passa metà della sua settimana nella Capitale” dice allo Spiffero. Poi annuncia anche lui il sostegno a Furia, “un giovane ricercatore biellese, sa leggere e scrivere, mi pare abbia le carte in regola”. Morri è tra i pochi a Torino a potersi considerare un amico di Fassino: da trent’anni viaggiano fianco a fianco, prima nel Pci, poi nel Pds, nei Ds e infine nel Pd. Quando il compagno Piero diventa leader della Quercia, l’amico Fabrizio è promosso coordinatore della segreteria, poi il trasferimento insieme a Torino, uno fa il sindaco l’altro il segretario del partito: fu Fassino il primo a soccorrere Morri quando un grave malore lo colpì, quasi due anni fa, durante un’assemblea del Pd a Roma. “Ricordo il giorno in cui venne a dirmi che c’era un giovane da lanciare in Lombardia, di contattarlo e capire se poteva prendere in mano i Ds in quella regione” ricorda Morri. Quel giovane era Maurizio Martina che ora Fassino ha scaricato per unirsi al grosso dell’establishment che sostiene Zingaretti.

Non entusiasmano le primarie a Roma, figurarsi quelle a Torino. Per comodità o inerzia la maggioranza ha già scelto Marino, che ieri ha fatto la sua prima uscita pubblica da candidato al circolo di San Salvario, ma trovarne uno motivato a convincere almeno un parente a recarsi ai gazebo è un’impresa. Tra coloro che sono tentati di svoltare a sinistra ci sono pure il presidente di Palazzo Lascaris Nino Boeti e l’ex sindaca di Alessandria Rita Rossa, che sulle chat democratiche ha avuto parole al fiele nei confronti dell’operazione che ha portato alla candidatura del senatore boschiano. L’assessore novarese Augusto Ferrari va su Marino così come Franca Biondelli e i parlamentari Enrico Borghi e Mino Taricco. Questi ultimi due tra coloro che, staccandosi da Luigi Bobba, lo hanno indotto a farsi da parte, lasciando a Stefano Lepri il classico cerino in mano.

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