FIANCO SINISTR

La sinistra (per ora) non dice Sì

Il leader torinese di Articolo 1-Mdp Corgiat spara bordate su Chiamparino: "Non rincorra la destra e non faccia il prepotente. La sua esperienza di governo non è stata sufficientemente credibile". E ne ha pure per il neo segretario del Pd Furia: "Parte col piede sbagliato"

“Il sogno di Sergio Chiamparino di una coalizione del sì che metta insieme destra moderata e sinistra addomesticata non è il nostro”. Aldo Corgiat coordinatore per l’area torinese di Articolo1-Mdp, figura storica della sinistra piemontese sotto il segno del Pci e suoi eredi, ascendente D’Alema, viaggia in terza corsia mette fuori la paletta e indica al presidente della Regione che viaggiare su quella di centro, facendo spazio a chi sta a destra è manovra pericolosa. E nella quale loro, scissionisti del Pd e altre anime della sinistra, non lo seguiranno.

Prima ancora di chiedere, come farà formalmente in questi giorni, un incontro in tempi rapidi con tutte le forze politiche potenziali componenti della coalizione per le prossime regionali, l’ex sindaco di Settimo Torinese apre quello che più che un cahier de doléances è un diario pieno di note per il Chiampa. E pure un paio fresche fresche per l’appena eletto segretario del Pd regionale Paolo Furia.

La questione, dirimente e pregiudiziale a qualsiasi accordo per Corgiat sta in quell’ammiccamento verso Forza Italia di fatto non negato dal governatore e, anzi, confermato a nome del Pd dal suo nuovo vertice in una delle prima dichiarazioni ufficiali.

“Se vuole essere il candidato di una coalizione di centrosinistra – dice rivolgendosi al presidente uscente con ambizioni di restare – deve essere chiaro sull’alternativa alla destra”. L’avvertimento è perentorio: “La smetta di fare il prepotente e ascolti le ragioni degli altri”. Aria pesante, a dir poco, sul fronte sinistro per il Chiampa. Che, per Corgiat, è “stato renziano prima di Renzi. E in quella linea sta tentando di fare uno schieramento che secondo lui dovrebbe liberarci dai partiti e fare un soggetto di centro. Ma io dico: se ci fossero tutti questi elettori al centro desiderosi di una soluzione liberale e liberista gli elettori non si sarebbero trasferiti su una destra estrema e, dall’altra parte, su un’illusione di parole d’ordine di tipo sociale come quella offerta dai Cinquestelle”.

L’attacco al presidente-candidato, Corgiat lo muove anche guardando ai quasi cinque anni di amministrazione: “Si sono perse molte occasioni. Si poteva fare di più e meglio nella sanità, nel sostenere l’innovazione nell’impresa, nei servizi e nella pubblica amministrazione. Si è perso tempo prezioso su temi come la Città della Salute, la costruzione di un sistema efficace di trasporto urbano e metropolitano. Grandi opere come il grattacielo incompiuto della Regione sono lì a testimoniare che non si può semplicemente fare propaganda e mobilitare presunti fronti del sì. Sì a che cosa, poi?”.

La stoccata arriva durissima: “Bisogna essere credibili e purtroppo l’esperienza Chiamparino temo non lo sia stata abbastanza”. Frattura insanabile a non poi così tanti mesi dal voto? Probabilmente no: “C’è tempo per una maggiore umiltà, riconoscere le insufficienze e gli errori è segno di intelligenza e condizione per mettere attorno a un tavolo nuove energie ed aspettative”. Ma sulla questione dello sguardo al centro, l’esponente di Art.1-Mdp non apre alla pur minima concessione: “È inutile, oltre che profondamente sbagliato, aprire il centrosinistra a destra e chiuderlo a sinistra. La destra di oggi non ha bisogno di Chiamparino, è autosufficiente. Capirei se parlassero di delusi nei Cinquestelle, dove ci sono contraddizioni che stanno esplodendo. Premesso che un dialogo con i vertici del movimento non mi pare sia praticabile, resta il fatto che guardando a una parte di quegli elettori fare politica significa collocarsi in modo dialogante”.

Un dialogo, tuttavia, inutile guardando al partito di Silvio Berlusconi: “Chi è rimasto in Forza Italia è convinto, e sta su posizioni politiche alternative a quello del centrosinistra”. Una risposta neppure troppo nascosta a quanto dichiarato dal nuovo segretario regionale del Pd: “Ho letto quel che ha detto Furia e penso: se questa è la sinistra…”. Non è, per l’ex sindaco di Settimo, neppure una grande mossa quella di Chiamparino nell’individuare “Monica Cerutti come riferimento della sinistra che gli piace. Qui non si tratta di scegliere il ceto politico, ma di andare  recuperare gli elettori a casa dal bosco. Se non dici chiaramente che i pronto soccorso intasati sono un fatto intollerabile, quegli elettori non li recuperi. Se non dici che prima di tutto vanno rimessi a posto i trasporti urbani e sul territorio, quegli elettori continueranno a correre dietro alle chimere”.

Anche sulla Tav, Corgiat è fortemente critico rispetto al ruolo che Chiamparino ha deciso di giocare: “Noi siamo favorevoli alla Tav, la si faccia senza trasformarla in ideologia, ma atteggiamenti con pistola sul tavolo non vanno bene”. La speranza e la possibilità di “recuperare pezzi di elettorato del M5s e ed elettori del Pd” Corgiat li intravvede, ma ancor prima quel che vede non lo entusiasma certo: “Noi di articolo 1 a Settimo abbiamo cento iscritti e alle primarie del Pd sono andati a votare 200 di cui la sinistra che esprime il segretario ha preso solo 61 voti. Con tutto il rispetto per i congressi altrui forse qualche problema c’è. Ma vedo che invece di porsi il problema si fanno i selfie”.