PARTECIPATE

Fondi agricoli, nomina controversa al vertice di Arpea

La Regione Piemonte pronta a indicare il nuovo direttore dell'Agenzia. Il prescelto non ha mai vinto il concorso da dirigente e c'è già chi medita il ricorso. Ora Galante può trasferirsi in corso Stati Uniti

Domani, salvo sorprese, otterrà l’incarico tanto agognato, ma secondo molti non ha i requisiti. La giunta regionale si appresta a designare Enrico Zola al vertice di Arpea, l’agenzia deputata all’erogazione dei fondi per l’agricoltura, e tra gli altri concorrenti c’è chi si prepara al ricorso. Una storia dall’epilogo per certi versi atteso. Zola non è un dirigente, titolo indispensabile per ricoprire quella carica, ma l’assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero non ha intenzione di recedere.

Quella di Arpea è una vicenda controversa, caratterizzata da tensioni interne ed esterne, minata da indagini delle fiamme gialle e da continui avvicendamenti al vertice. Appena insediato il centrosinistra in piazza Castello, nel 2014, Zola viene nominato commissario dell’Agenzia in attesa di una procedura pubblica che individuasse il nuovo direttore. Il bando arriva l'anno successivo: la scelta cade su Francesco Brocardo, il quale, però, dopo sei mesi rassegna le dimissioni a causa di una serie di contrasti con l'assessorato. Ferrero allora decide di metterci una pezza, individuando per quel delicato compito Valter Galante, ex numero uno dell’Asl di Asti e poi direttore del settore Partecipate della Regione, che accetta per spirito di servizio. Intanto Zola ci aveva provato a conquistare il timone, ma l’alto funzionario regionale era stato clamorosamente escluso proprio per mancanza di requisiti. Aveva fatto ricorso al Tar e il giudice amministrativo gli aveva dato torto. Passati due anni, ora la storia si ripete e Zola ci riprova, questa volta con successo. La nomina, prevista nella giunta regionale che si riunirà domani, potrebbe però trasformarsi in una vittoria di Pirro.

Enrico Zola, classe 1958, e una carriera più che dignitosa in corso Stati Uniti, quartier generale dell’assessorato all’Agricoltura, avrebbe tutte le carte in regola per occuparsi di Arpea, ente altamente strategico che tra il 2007 e il 2015 ha erogato più di 4 miliardi di euro di fondi, in gran parte europei ma anche della Regione, alle imprese piemontesi. Manca solo la stelletta da dirigente, condizione senza la quale la nomina presta il fianco a eventuali ricorsi.

Per consentirgli di ottenere i gradi sul campo, Ferrero, suo primo sponsor, lo ha spedito per sei mesi (da aprile a settembre dello scorso anno) a Vercelli, presso il Consorzio di bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese, col ruolo di temporary manager, un incarico “dirigenziale” come tiene a precisare Zola nel suo curriculum, presentato appena rientrato alla base quando si è riaperta la procedura per la guida di Arpea. Il problema è che in Regione (e negli enti pubblici in generale) si diventa dirigenti per concorso e non honoris causa.

Questi rilievi sono stati sollevati anche da Mario Ventrella, vicedirettore vicario dell’assessorato di Ferrero, che da responsabile del procedimento di selezione si è espresso negativamente sulla nomina di Zola. C’è chi dice che pure Ventrella abbia messo gli occhi sull’ambita poltrona di Arpea e forse per questo voglia ostacolare Zola; inoltre Ventrella è nel sindacato dirigenti e quindi interessato a difendere le prerogative dei boiardi di piazza Castello. Di certo, però, i suoi dubbi sono gli stessi di altri in corso Stati Uniti.

Per tutta risposta Ferrero si è fatto fornire dall’avvocatura della Regione un parere che smentisce quello di Ventrella e che spiana la strada alla nomina di Zola, che avverrà domani, come dimostra anche il contestuale trasferimento di Galante, attuale direttore di Arpea, a capo dell’assessorato all’Agricoltura, dov’era già stato nominato nell’ottobre scorso ma impossibilitato a trasferirsi in attesa del suo successore.

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