Selvaggina democratica

Dicono che... il menù della cena a sostegno della mozione Giachetti-Ascani in quel di Alessandria stia provocando più di un mal di pancia in casa dem ben prima che vengano serviti i piatti. Basta scorrere la lista – patè di fagiano, pappardelle al sugo di lepre e capriolo in umido con polenta – per avere conferma di quello che nel Pd mandrogno non è un mistero: oltre a cucinarla la selvaggina, Enrico Morando, viceministro all’Economia nei governi Renzi e Gentiloni, l’ha pure cacciata. Se mettere mano al fornitissimo congelatore da parte del politico cui perfino Giulio Andreotti ammetteva di prestare attenzione quando interveniva su questioni economiche, non può che essere inteso come un atto di generosità per la causa congressuale, resta la questione animalista. Va bene non eccedere al veganesimo, ma connotare con l’immagine dell’ex viceministro con la doppietta imbracciata la cena di autofinanziamento per Bobo Giachetti, forse è davvero troppo come pensa più di un piddino di fronte a quel menù che ricorda tanto la cena degli ossi di Umberto Bossi e Giulio Tremonti, financo ad arrivare allo stufato d’orso della Lega prima che arrivasse Matteo Salvini con il ragù Star e la Nutella. Basterà il tiramisù, unica portata indenne dalle cartucce di Morando, appassionato cacciatore, per far digerire la cena a chi sostiene Giachetti e la Ascani, ma non sopporta le doppiette? In attesa di un non improbabile menù vegano dalle parti dei supporter di Nicola Zingaretti, sempre più difficile scacciare l’immagine di un Pd alla frutta.

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