POLITICA & GIUSTIZIA

Rimborsopoli bis verso la chiusura: arriva il primo patteggiamento

L'ex consigliere regionale della Lega, Novero, esce dal processo concordando una pena di "due anni" per peculato. L'inchiesta coinvolge cinquanta politici, in carica a Palazzo Lascaris, durante la presidenza Bresso

Patteggia due anni per peculato ed esce dall’inchiesta sulla seconda “Rimborsopoli” l’ex consigliere regionale della Lega Gianfranco Novero, 76 anni di Groscavallo, Valle di Lanzo. Questa mattina il gup Giacomo Marson ha dato l’ok al patteggiamento chiesto dall’avvocato difensore Mauro Anetrini in fase di indagine preliminare, una delle possibilità previste dal codice di procedura penale. La pena stabilita è di due anni, in continuazione con la pena di un anno e tre mesi patteggiata nel corso della prima “Rimborsopoli”. Novero è il primo degli ex consiglieri del periodo 2008-2010 a chiudere questa pendenza con la giustizia. Altri cinquanta ex consiglieri sono indagati di peculato. Il procuratore aggiunto Enrica Gabetta, che guida il gruppo “reati contro la pubblica amministrazione”, insieme ai sostituti Andrea Beconi e Giovanni Caspani dovranno decidere nei prossimi giorni quali siano i casi da archiviare e quali, invece, quelli per cui richiedere il rinvio a giudizio.

Le contestazioni della procura - che ha coordinato l’indagine del nucleo “Tutela spesa pubblica” della Guardia di finanza - riguardano i rimborsi gonfiati ottenuti nel periodo tra il 2008 e il 2010 nel periodo della legislatura di Mercedes Bresso.

Secondo gli inquirenti Novero aveva ottenuto circa trentamila euro di rimborsi non dovuti di cui 12mila euro circa per pranzi e cene che, come ha sottolineato la Corte d’appello nelle recenti motivazioni della prima “Rimborsopoli” (quella dell’era Cota), non si possono ritenere "evento di rilievo politico ogni pranzo o cena al ristorante o incontro al bar per la sola presenza di un consigliere regionale". Tra le spese di Novero rientrano poi una “campana Premani con collare”, un’altra dopo quella già finita agli atti del primo procedimento, alcune targhe per il concorso di formaggi valligiani e uno striscione per il concorso di Miss Padania. L’ex consigliere ha risarcito la somma maggiorata del 30 per cento, quota che deve coprire anche il danno d’immagine alla Regione Piemonte.

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