GLORIE NOSTRANE

Crosetto governatore del Piemonte, piace a destra e sinistra (non a lui)

Calenda maramaldeggia e lo propone per il centrosinistra scatenando le furie piddine, sempre a corto di ironia. La Camera rinvia il voto sulle sue dimissioni ma il gigante di Marene assicura: "Non mi candido né alle regionali né al parlamento europeo"

Non riesce ad uscire dal Parlamento come vorrebbe – l’accoglimento delle sue dimissioni con il voto da parte dell’Aula previsto per oggi pomeriggio è stato rinviato al 13 marzo – che Guido Crosetto entra addirittura nel dibattito interno al Pd. E pure da, involontario, protagonista. A suggerire, con una assai poco compresa provocazione, il gigante di Marene quale governatore ideale del Piemonte è nientemeno che l’ex ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.

Lui, il sottosegretario alla Difesa con Silvio Berlusconi premier, quando la bagarre sui social prende a scemare, lasciando sotto la cenere braci democratiche, interpellato dallo Spiffero ribadisce con nettezza la sua indisponibilità a correre per la presidenza della Regione: “Lo escludo al duemila per mille”. Un no che continua a lasciare basiti molti nel centrodestra che non hanno rinunciato anche negli ultimi giorni a tentare di convincerlo a rivedere la sua posizione. “Non se ne parla proprio”, ribadisce. Ed esclude anche quella che sembrava, invece, una strada pressochè tracciata verso Bruxelles: “Non mi candiderò alle europee. Uno mica si dimette dal Parlamento italiano per dedicarsi alla vita privata e poi si candida in Europa. Non scherziamo”.

E tutt’altro che l’effetto di uno scherzo ha avuto la chiamata in causa di Crosetto da parte di Calenda. È bastato un tweet per far esplodere la polveriera dem. “Avessi voce in capitolo nel centrodestra, suggerirei Guido Crosetto candidato governatore del Piemonte", scrive il conduttore di Zapping Giancarlo Loquenzi. A quel suggerimento, contro il quale il primo a schierarsi da tempo è stato proprio il coordinatore nazionale di Fratelli d'Italia che di governare la sua Regione non ne vuol sentir parlare preferendo la sua assai ben remunerata attività tra missili e carri armati, risponde con rapidità e contenuti sotprendenti l’ex ministro dello Sviluppo Economico.

“Ti dirò – la replica di Calenda al giornalista –  pure nel centrosinistra un pensierino ce lo farei". Miccia a rapidissima combustione. Nel Pd è un susseguirsi di scoppi. Dal quartier generale di Nicola Zingaretti risponde un piemontese a Roma come Andrea Pacella: “Per fortuna in Piemonte abbiamo già Sergio Chiamparino come candidato e non ci servono i tuoi consigli bizzarri”.

A ruota la vicepresidente del Senato Anna Rossomando, orlandiana di ferro: “Caro Carlo vieni a Torino, ti offro un buon caffè e ti presento Chiamparino: il nostro candidato a presidente della Regione. Ti piacerà!". Pressoché immediata la risposta dell’ex titolare del Mise: "Volentieri, io poi ti presento Andrea Orlando, avete la stessa perspicacia”, scrive con la penna intinta nel curaro. Poi spiega quel che molti non hanno capito o hanno fatto finta di non aver compreso: “Come ovvio intendevo dire che Crosetto è persona capace che supera l’etichetta centrodestra centrosinistra. Supporto convintamente Chiamparino che – rassicura Calenda – è uno dei migliori politici di questo Paese e firmatario di Siamo Europei".

Al coro si unisce anche il senatore Mauro Laus: “Vorrei informare Carlo Calenda che il Pd ha già  un candidato presidente che si chiama Sergio Chiamparino e che Crosetto è un esponente di Fratelli d'Italia, una forza politica totalmente alternativa al Pd”.

In quello che sembra un dialogo tra sordi, interviene per offrire una lettura autentica del tweet calendiano, pure una figura storica dell’allora Pci e già presidente della Rai Claudio Petruccioli, non si sa con quanto successo: “Accantoniamo per un istante centrodestra e centrosinistra. Conosco Crosetto e sono convinto che sarebbe una buona guida per il Piemonte. Tutto qui. È una colpa pensarlo e dirlo?”. Che poi è sostanzialmente quello che rivendica l’ex ministro in un successivo messaggio: “Come ovvio intendevo dire che Crosetto è persona capace, che supera l'etichetta centrodestra-centrosinistra. Supporto convintamente Chiamparino".

Questione chiusa? Non è affatto detto, anche se è lo stesso Crosetto a stemperare la tensione: “A me è parso subito evidente che Carlo avesse fatto una battuta, scherzando su un amico. Per cui trovo un po' surreali le polemiche", scrive, l'ancora parlamentare almeno fino al 13 marzo.

Una decisione, quella di lasciare Montecitorio, che aveva manifestato già nei giorni in cui stava nascendo il governo Lega-Cinquestelle. All’epoca una lettura della scelta suggeriva una certa irritazione da parte del coordinatore nazionale di FdI per la decisione di Giorgia Meloni di restare fuori dalla maggioranza. Il primo voto, come da prassi, aveva respinto le dimissioni. Tra un paio di settimane dovrebbero essere accettate, salvo improbabili soprese. Mentre c’è chi non esclude che altre ne possa ancora riservare il fratello d’Italia che già una volta lascò la politica, per poi tornare.

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