GOVERNO

Di Maio, un miliardo di propaganda

Poco più di briciole le risorse promesse per il Fondo Innovazione, presentato in pompa magna a Torino. L'assessore De Santis: "Più o meno quello che ha stanziato la Regione per il solo Piemonte". E le imprese protestano per non essere state invitate

Un miliardo spalmato in tre anni. E questa dovrebbe essere la rivoluzione del Fondo Innovazione presentato in pompa magna dal vicepremier Luigi Di Maio nella sua passerella alle Ogr di Torino, con Chiara Appendino a fare gli onori di casa. Per fare un paragone, basti pensare che “un miliardo di euro è la cifra che la sola Regione Piemonte ha messo in campo negli ultimi cinque anni sul tema della ricerca e sviluppo, che più o meno si attesta a 800 milioni di euro. Di quali proporzioni stiamo parlando?” afferma l’assessore alle Attività Economiche Giuseppina De Santis. Un altro raffronto potrebbe essere fatto con un altro provvedimento volto a dare una scossa alle imprese e incentivare la loro competitività: quello di Industria 4.0 messo in campo dal passato governo, attraverso l’iniziativa del ministro Carlo Calenda: in quel caso l’esecutivo allora guidato da Matteo Renzi mise sul tavolo 23 miliardi – di cui 13 in incentivi fiscali e 10 di investimenti – in quattro anni.   

“Si predica sempre la democrazia della trasparenza, ma appare alquanto bizzarro venire in un territorio come il nostro, con tutti i problemi aperti che ci sono, dalla Tav ai fondi per l’area di crisi e non farne alcun cenno, non darne aggiornamento e neppure creare la possibilità di potere chiedere conto” attacca ancora l’assessore di Sergio Chiamparino. “Guardare alla Silicon Valley è senz’altro ambizioso ed emozionante - continua l’assessore - ma si dimentica che essa esiste all’interno di un sistema economico che funziona, che dialoga continuamente e dove sono presenti infrastrutture all’avanguardia e non treni di 150 anni fa. L’innovazione è un lievito che attraversa tutto il sistema economico e non uno zoo per start up digitali. Abbiamo la sensazione che ci sia un’incapacità di fondo di confrontarsi con temi concreti e che questo Governo abbia una percezione delle cifre piuttosto scollegata all’effetto che esse possano avere sulla realtà vera”. 

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Singolare, inoltre, che per presentare l'iniziativa Di Maio abbia deciso di non coinvolgere le imprese, cioè i soggetti che dovrebbero essere i principali interlocutori. “Noi che rappresentiamo le imprese non siamo stati invitati, un atteggiamento anomalo per il quale siamo dispiaciuti” afferma il presidente dell’Unione Industriale di Torino Dario Gallina. “Mi sarebbe piaciuto parlare di politica industriale - aggiunge il presidente dell’Api, Corrado Alberto - perché l’innovazione va inserita in un piano organico più ampio”.

Critico anche il presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli: “Ho letto che con questa misura il ministero dello Sviluppo si augura di raddoppiare in breve tempo gli attuali 50 mila occupati in ambito startup e Pmi innovative che, per coincidenza, è lo stesso numero di posti di lavoro che perderemmo nei prossimi anni solo nel nordovest nel caso venissero interrotti i lavori per la realizzazione della Torino-Lione”. “Se oggi avessi ricevuto l’invito dal ministro Di Maio – conclude Ravanelli – gli avrei chiesto di impostare una strategia organica di politica industriale sull’innovazione per supportare l’intero settore manifatturiero. Introdurre un voucher per l’assunzione di un innovation manager in azienda è una misura apprezzabile, se gli incentivi verranno assegnati sulla base di un bisogno reale, ma non possiamo dimenticare che l’istituzione del fondo nazionale arriva dopo che l’ultima legge di bilancio ha tagliato il credito d’imposta in ricerca e sviluppo alle imprese”.

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