POLITICA & GIUSTIZIA

Finpiemonte, danno erariale milionario

Sequestro di denaro, auto e immobili per oltre 12 milioni agli ex vertici della finanziaria, Gatti e Perlo. Il provvedimento disposto dalla Corte dei Conti a tutela della società e della Regione

Il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, su richiesta del procuratore regionale del Piemonte, Giancarlo Astegiano, ha autorizzato il sequestro conservativo di somme e immobili per oltre 12,2 milioni di euro nei confronti dell’ex presidente di Finpiemonte, Fabrizio Gatti e dell’ex direttore generale, Maria Cristina Perlo. A tanto, infatti, ammonta il danno erariale per le casse di Finpiemonte e della Regione Piemonte, secondo l'indagine della Guardia di Finanza di Torino.

 Lo scorso ottobre le fiamme gialle di Torino avevano portato a termine un’indagine, coordinata dalla procura del capoluogo piemontese, con la richiesta di rinvio a giudizio, per il reato di peculato aggravato, nei confronti dell’ex presidente della finanziaria regionale Gatti e di altri 7 soggetti, ritenuti responsabili di aver sottratto denaro depositato presso un istituto di credito elvetico, Vontobel Bank. I Finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria per questi fatti avevano eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere ed effettuato un sequestro preventivo da circa 5,9 milioni di euro, su conti correnti bancari, immobili e terreni riconducibili agli indagati, somma corrispondente a quanto indebitamente sottratto dalle casse della finanziaria regionale e trasferito a società riconducibili allo stesso Gatti.

Definiti i profili penali della vicenda, rimanevano però da approfondire gli aspetti legati al danno erariale sofferto dalle casse della finanziaria regionale e della Regione; a tal proposito la Guardia di Finanza ha segnalato l’esito delle risultanze penali alla procura della Corte dei Conti, presso cui pendeva un’istruttoria avviata in seguito alla denuncia da parte del nuovo presidente di Finpiemonte, Stefano Ambrosini. In questo contesto, oltre al danno per l’indebita sottrazione della somma, trasferita a soggetti che non avevano alcun rapporto con la finanziaria regionale, sono stati considerati ulteriori danni all’amministrazione pubblica collegati sia al mancato accredito degli interessi contrattualmente previsti su quelle risorse sia a investimenti non consentiti di natura speculativa che avevano generato ingenti perdite.

Sono ora in corso accertamenti - precisa la guardia di finanza - finalizzati all’individuazione di ulteriori pregiudizi patrimoniali, in relazione alla procedura di accreditamento quale intermediario finanziario effettuata in assenza di un’idonea struttura organizzativa e di controllo, ai costi e alle conseguenze della cancellazione dall’Albo, alla conclusione del procedimento sanzionatorio avviato dalla Banca d’Italia nei confronti di Finpiemonte e al nocumento causato all’immagine della società.

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