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Salvini nega il referendum Tav

Per il ministro dell'Interno non si può accorpare la consultazione proposta da Chiamparino con le elezioni regionali ed europee. Botta e risposta tra governatore e vicepremier: "L'opinione dei cittadini fa paura", "Finge di non capire". E il Pd stoppa liste con contrari all'opera

Non si terrà nessun referendum sulla Tav. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini non autorizza lo svolgimento della consultazione popolare sulla Torino-Lione proposta dal presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, secondo le modalità previste dall’articolo 86 dello statuto regionale, in contemporanea con le elezioni del 26 maggio. È lo stesso governatore a rendere noto il contenuto della lettera in risposta alla richiesta inviata dall’esecutivo piemontese. «Ringrazio il ministro che, valutando degna di considerazione la nostra proposta, fa riferimento a un non meglio precisato quadro legislativo nazionale e regionale che non contemplerebbe tale accorpamento – dichiara Chiamparino –. In assenza però di riferimenti normativi precisi, ritengo che semplicemente non si sia voluta esprimere la volontà politica di far pronunciare i cittadini, trovando le modalità tecniche per farlo senza costi aggiuntivi per la comunità, su un tema così importante per il Piemonte come quello della Tav. Evidentemente l’opinione dei cittadini fa paura».

«Chiamparino non capisce o fa finta di non capire – afferma Salvini –. Il referendum sul Tav non posso convocarlo, ma andrei a votare domani mattina. La responsabilità è della Regione. Sono Chiamparino, il Pd e la sinistra - che da anni governano la Regione - a non averlo reso possibile. Era potere di Chiamparino prevederlo ma non l’ha fatto. Non prenda in giro i piemontesi». Il botta e risposta prosegue con la nuova replica di Chiamparino: «Con tutto il rispetto dovuto al ministro Salvini, lo informo di aver capito benissimo. Avevo annunciato di voler tenere una consultazione popolare, prevista dal nostro Statuto e che non ha bisogno di alcuna legge attuativa per essere convocata. Gli avevo chiesto di autorizzarla in concomitanza con le elezioni, e questo è stato da lui negato, come si legge nella sua lettera: “…devo constatare che l’attuale quadro normativo nazionale e regionale che disciplina la materia non contempla l’accorpamento della sopra indicata consultazione popolare con le elezioni europee, amministrative e regionali”. Non c’è norma regionale che lo impedisca, quelle nazionali non sono precisate, ma tant’è. Le parole stanno a zero, i cittadini fanno paura». «Chiamparino convochi la consultazione, se è certo di conoscere norme che lo consentono. Il referendum mi va benissimo e sarò il primo ad andare a votare», ribatte Salvini, che sulla Tav, commentando la decisione dell’Unione europea di finanziare al 50% anche la tratta Torino-Lione, aggiunge: «Ottima notizia e motivo in più per farla».

Chiamparino interviene, pur assicurando rispetto dell’autonomia delle forze politiche che compongono la coalizione, sulle commistioni tra No Tav e liste del Pd, in particolare nel vaso della lista per il Comune di Bussoleno, in Val Susa, in cui potrebbe essere candidato uno dei leader di Askatasuna Francesco Richetto. «Quando il Pd, a livello locale, tratta posizioni in lista con persone non solo dalle convinzioni No Tav, ma addirittura con ruolo di spicco in un noto centro sociale antagonista alla Torino-Lione, si lancia agli elettori - sostiene - un messaggio di confusione per me inaccettabile». L'invito di Chiamparino agli organi dirigenti del Pd è a chiarire la vicenda che oggi ha portato il consigliere regionale Antonio Ferrentino, noto per le sue posizioni a favore della Tav, a rinunciare alla candidatura che gli era stata proposta. «Seguo con attenzione e con il massimo rispetto per la loro autonomia le decisioni della coalizione sulla composizione delle liste, anche quando potrei nutrire qualche dubbio», spiega il presidente, secondo cui l’eventuale presenza di un noto esponente No Tav in una lista espressione del Pd, per quanto civica, «sarebbe la classica goccia che fa traboccare il vaso».

Le parole del presidente hanno indotto il Pd a prendere posizione: «Qualora si dovesse accertare la presenza in lista, a fianco di iscritti al Pd, anche con Lista Civica, di alcuni esponenti dei centri sociali, disporremo immediatamente il ritiro della partecipazione degli iscritti Pd alla lista», affermano il segretario metropolitano, Mimmo Carretta, e il responsabile enti locali del partito, Raffaele Gallo. «Siamo fermamente contrari - ribadiscono - a qualunque tipo di associazione tra il Pd e i centri sociali e il movimento No Tav. Si ribadisce con forza la linea del Partito Democratico a favore dell’alta velocità Torino-Lione e a fianco del presidente Chiamparino per il Sì alla Tav, allo sviluppo e al futuro». Da qui la presa di distanza netta: «Stiamo procedendo ad alcune verifiche con gli iscritti al Pd di Bussoleno per valutare la situazione e ricostruire il percorso, Non c’è spazio per condividere percorsi, anche amministrativi, con personaggi legati ai centri sociali e all’uso della violenza nella battaglia politica».

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