POLITICA & SANITA'

Psichiatria, la riforma slitta al 2020

Accolte le richieste di operatori e famigliari dei pazienti. Il Consiglio regionale approva una norma che estende i tempi di accreditamento delle strutture, ma nessun passo indietro. Approvati due ordini del giorno di Pd e Mns. Bocciato il provvedimento del M5s

Slitta al 31 dicembre l’attuazione della delibera della giunta del Piemonte che riorganizza le residenze psichiatriche. Il Consiglio, riunito oggi in seduta straordinaria, ha infatti approvato due ordini del giorno che chiedono di estendere la fase transitoria, consentendo a tutti i soggetti coinvolti nell’accreditamento in corso di recepirne i nuovi criteri. È stato invece respinto l’ordine del giorno del Movimento 5 stelle, ancora più radicale, che chiedeva anche di sospendere l’accreditamento. Primi firmatari dei due documenti approvati sono Andrea Appiano, del Pd, e Gian Luca Vignale di Mns. Prima dell’assemblea di oggi, il terzo su questa materia nella legislatura che si sta per concludere, rappresentanti delle associazioni di categoria tra cui Anna Di Mascio di Legacoop, Luca Facta di Confcooperative, Barbara Bosi della Almm e poi Fenascop e Agci-Solidarietà hanno chiesto e ottenuto un incontro in cui hanno ribadito anche loro la richiesta di posticipare al prossimo anno le nuove norme, così da mantenere per tutto il 2019 i contratti in corso.

La decisione di Palazzo Lascaris costituisce un compromesso su una delle disposizioni più controverse dell’assessore alla Sanità Antonio Saitta. La riorganizzazione, dunque, resta in campo visto anche che molte realtà si sono adeguate, ma con l'approvazione di questi documenti viene concesso un po' di tempo in più a chi è rimasto indietro nelle procedure di accreditamento. Durante la discussione, Vignale ha sottolineato come le strutture che hanno presentato domande di accreditamento siano disposte in modo disomogenea sul territorio piemontese, poiché alcune non hanno ancora ricevuto il verbale delle Commissioni di vigilanza. “Per questo – ha affermato – la delibera non potrà essere applicata fino a quando tutte le strutture non saranno accreditate. Fino ad allora, infatti, non sarà possibile assicurare ai pazienti diritti quali la scelta del luogo di cura e l’accordo di cura”.

Secondo l’assessore alle Politiche sociali Augusto Ferrari “toccare alcuni elementi richiede la consapevolezza della complessità. Abbiamo messo in campo un progetto che all’inizio ha creato diversi problemi e incomprensioni e ha rischiato di tagliare le gambe a un insieme di esperienze costituite nel tempo, ma che allo stesso tempo ha fatto del Piemonte una delle regioni più all’avanguardia in questo campo”.

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